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Alma |
Oggetto: 14 Feb, 2015 - 21:53
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Si, margi, grazie!
Non lo ricordavo in consigli pratici di ecologia!
Sapete tutti del gioco di vedere figure nelle nuvole o nelle macchie, si chiama “pareidolia” la tendenza delle persone a dare forme conosciute a macchie o forme casuali.
Ebbene, io nelle “tua” cometa ci vedo la testa di un capo indiano, con bocca aperta e occhi di cui si vede il bianco! Con tanto di una specie di copricapo sulla nuca! Che sia manitu ch si fa un giretto nell'universo? Tanto per ridere un po'... |
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Margine |
Oggetto: 14 Nov, 2014 - 16:54
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Seguo Rosetta. In questa pagina la posizione di Rosetta oggi e, cliccando sulle scritte sotto, quella che ha avuto e avrà sia lei che la cometa. In bianco le orbite di mercurio, Venere, Terra, Marte e Giove, la più esterna; in azzurro la traiettoria della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, che appare nel campo immagine nel 2007, e in rosso quella di Rosetta.
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Ultima modifica di Margine il 27 Set, 2015 - 22:49, modificato 1 volta in totale |
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Margine |
Oggetto: 14 Nov, 2014 - 05:35
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Il primo selfie di Philae La fotografia scattata dallo strumento Civa mostra uno dei tre piedi di Philae sul terreno ghiacciato della cometa ed è stata diffusa via Twitter dal profilo dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). |
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ambery |
Oggetto: 13 Nov, 2014 - 12:10
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Secondo me Galileo direbbe: “Visto che si muoveva?.. e non solo lei!”  |
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Margine |
Oggetto: 13 Nov, 2014 - 11:15
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Per continuare il dicorso sull'accometaggio, ecco nel link qui sotto un bel resoconto della giornata di ieri con tanto di foto e filmati.http://www.link2universe.net/2014-11-13/philae-atterraggi-rimbalzi-brividi-riassunto-foto-superficie/A pensarci bene, la nostra è una è una generazione fortunata, dal punto di vista delle esplorazioni spaziali: abbiamo assistito allo sbarco dell'uomo sulla luna e all'atterraggio di strumenti creati dall'uomo su Marte e su una cometa. Chissà Galileo, a cui siamo tutti riconoscenti, cosa direbbe se fosse qui. |
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Margine |
Oggetto: 12 Nov, 2014 - 21:22
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geronimo ha scritto:
Margine ha scritto:
Accometarsi, un nuovissimo verbo che entra d'imperio nei vocabolari senza chiedere permesso. Prima non esisteva l'azione; ma ora l'azione c'è, forse , e dunque bisognava pur inventarselo.
Beh, anche sulla luna si dice allunare, da un po' di tempo a questa parte. La curiosità è quando un razzo sarà inviato su Venere...sarà un idolo per gli eventuali venusiani.  Geronimo
Beh, si dice allunare da quando sulla luna ci abbiamo mandato sopra qualcosa, prima il verbo non c'era, perchè non c'era l'azione, analogamente a quello che succede ora per la cometa. Penso tuttavia di aver commesso un errore: atterrare e allunare non sono verbi riflessivi e forse non dovrebbe esserlo nemmeno accometare. Ma mi suonava meglio pensare "oggi Philae si accometerà" invece che "accometerà" solamente. Forse per l'analogia del suono accomiatarsi? Vedremo cosa dirà la Crusca  Grazie, Asso, vado a vedere...In ogni modo, citando un mio conoscente, "per anni abbiamo temuto che una cometa ci cadesse in testa ed oggi cadiamo in testa ad una cometa. Fantastico." |
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assodipicche |
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Oggetto: Fantastico ed emozionante! 12 Nov, 2014 - 19:39
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Margine ha scritto:
Accometarsi, un nuovissimo verbo che entra d'imperio nei vocabolari senza chiedere permesso. Prima non esisteva l'azione; ma ora l'azione c'è, forse , e dunque bisognava pur inventarselo.
Beh, anche sulla luna si dice allunare, da un po' di tempo a questa parte. La curiosità è quando un razzo sarà inviato su Venere...sarà un idolo per gli eventuali venusiani.  Geronimo |
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frankco |
Oggetto: E si Ricomincia... 04 Feb, 2014 - 09:29
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Sta piovendo a non finire, come l'anno scorso e forse di più, e la campagna sembra una palude; unico conforto sarebbe quello di pensare che non è ancora tempo di seminare l'orto e che quindi il cielo potrebbe tornar sgonbro col passare dei giorni. Sono passato a trovarlo, l'orto, giusto domenica con stivali ed ombrello. Si affonda maledettamente nel fango ed ogni passo risulta difficile. Per fortuna ho messo del terriccio sotto un telo di plastica che lo ha protetto dall'acqua; quest'accorgimento lo tiene asciutto e friabile come la farina in un mulino; mi verrà buono quando dovrò piantare le patate che non amano i ristagni d'acqua; stavolta, la stagione che verrà, le terrò elevate una ventina di centimetri dal livello medio del campo, perchè non debbano soffrire sotto un palmo d'acqua come successe l'anno scorso. Capitò, allora, che più di una fila fini' per rimanere senza ossigeno e la produzione in seguito ne risenti' malamente. Raccolsi a luglio meno di un quintale di patate e di qualità pessima, un fallimento quasi completo rispetto a due stagioni fa quando i quintali furono più di tre e la dimensione più piccola di una di esse poteva essere paragonata ad una mela. Dicevo del terriccio che ho accumulato per sciogliere a dovere la terra in coltivazione: se lo si mischia con essa il lavoro di vangatura diventa quasi uno spasso; è una procedura suggeritami da dei conoscenti con la mia stessa passione per l'orto; c' è della terra difficilissima da lavorare e potrebbe dipendere dal fatto che per tanto tempo è rimasta incoltivata, oppure compatta perchè argillosa per sua natura. Per alleggerirla restano solo un paio di cose da fare: ararla e fresarla a dovere, oppure amalgamarla con sabbia di fiume. Se la si riduce in polvere meccanicamente ci mette un mese a ritornare solidissima. E' un guaio che ciò avvenga perchè le radici delle piante non si svilupperanno adeguatamente in un terreno molto compatto, e i raccolti saranno miseri. Ma se la terra verrà sciolta con terriccio e sabbia di fiume le cose saranno molto differenti dal caso precedente perchè la parte radicale della pianta avrà tutto lo spazio necessario di svilupparsi in larghezza ed in profondità. Ricordo che il primo anno che lavorai l'orto, il terreno era cosi' duro che spezzai un paio di manici della vanga per romperlo. Quando finii di coltivare i pomodori, per estrarre i paletti di sostegno sudai le fatidiche sette camicie per farlo tanto erano un tutt'uno col terreno. In seguito poi, dopo la cura "sabbia di fiume", gli stessi paletti cadevano da soli quando il vento arrivava a strapazzare le coltivazioni, anche se c'è da dire che di vento dove tengo l'orto c'è abbondanza assoluta e d'intensità esagerata. Arriva dai monti che contornano il lato nord dell'orto; non manca quasi mai dato che ha la strada facile per arrivarci; non ci sono costruzioni da quelle parti che ne ostacolino il passaggio. Quando la limpidezza della giornata lo permette la sorgente del vento si vede perfettamente; è la Valsugana che divide l'ovest dei monti vicentini dall'est dei monti bellunesi. Non è difficile immaginare che le folate di vento gelido invernale che arrivano devono per forza attraversare quella valle che mette in comunicazione il nord delle Alpi Austriache con la pianura Padana. |
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E' interessante quanto pubblica Il Fatto Alimentare.it a proposito dell'articolo pubblicato dal New York Tiimes ( http://www.ilfattoalimentare.it/oil-extra-virgin-new-york-times-frode.html ) sull'olio extra vergine di oliva italiano, ed effettivamente noi italiani non ci facciamo una bella figura, anche se in America l’Italia ha il 50% del mercato, quindi non è vero che si consuma solo olio italiano, e c'è da dire che la ricerca dell’universita californiana a cui fa riferimento la vignetta è stata finanziata e in parte realizzata da produttori californiani e australiani che ovviamente sono risultati i migliori. L’ università è la UCDAVIS, un'università privata finanziata dall’ industria olearia locale. (http://olivecenter.ucdavis.edu/research/files/oliveoilfinal071410updated.pdf ) Alberto Grimelli, esperto di mondo oleario, in un suo editoriale su Teatro Naturale, dice che sicuramente c’è del vero – non per nulla l’olio extravergine d’oliva è uno degli alimenti più sofisticati d’Europa - ma il messaggio risulta a tratti eccessivamente semplificato. "È vero che il problema delle frodi esiste ed è importante - dice -, ma occorre distinguere. Una cosa è chiamare italiano un olio imbottigliato in Italia e ottenuto miscelando materia prima locale con quella proveniente da altri paesi, un’altra cosa è l’adulterazione. In entrambi i casi c’è qualcosa che non va, ma bisogna precisare che la prima operazione, vietata in Italia e in Europa, è consentita dalla legislazione di altri paesi extraeuropei, tra i quali gli Stati Uniti. .... I problemi sicuramente esistono, ma ci sono anche soluzioni tecnologiche e legislative per difendersi e fino ad ora gli Stati Uniti le hanno trascurate. «La buona notizia – conclude Grimelli – è che finalmente anche negli USA qualcuno sembra accorgersi del problema. Se fino ad ora certi produttori fraudolenti hanno avuto gioco facile nel prossimo futuro non potrà più essere così». "
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assodipicche |
Oggetto: Il nostro olio extravergine d'oliva visto dal New York Times 30 Gen, 2014 - 17:46
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Un paio di giorni fa è stata pubblicata da alcuni quotidiani una serie di vignette che l'autorevole New York Times ha dedicato all'adulterazione del nostro olio d'oliva. Mi sembra interessante riportarla qui e magari parlarne.
 Suicidio dell'Extra Vergine
L'adulterazione dell'olio d'oliva italiano
 La maggior parte dell'olio venduto come olio d'oliva italiano non viene dall'Italia, ma da paesi quali Spagna, Marocco, Tunisia
 Poche ore dopo essere state raccolte, le olive vengo portate al frantoio
 dove vengono lavate, schiacciate e pressate
 L'olio viene immesso in un' autobotte...

e trasportato in nave in Italia, il più grande paese importatore d'olio d'oliva al mondo
.jpg)
Nel frattempo, spedizioni di olio di soia o di altri oli più scadenti, ma etichettati come olio d'oliva, vengono effettuate fraudolentemente verso lo stesso porto. (Io non vi dico quale, se no mi danno addosso! Sempre quello, comunque)

In una raffineria, l'olio d'oliva viene tagliato con l'olio più scadente (meno costoso)

e mischiato con betacarotene, per mascherare il sapore, e con clorofilla per il colore

Le bottiglie vengono etichettate "Extra Vergine" e marchiate con la dicitura universalmente rispettata di "Made in Italy". (Stranamente questo è legale, anche se l'olio in realtà non è propriamente Italiano)
Poi dice che l'olio viene smerciato in tutto il mondo e anche in Usa, dove il 65% dell'olio extravergine risulta adulterato. Aggiunge che la polizia si prodiga per smascherare gli imbroglioni....ma..ecco la parte per noi ancora meno simpatica:

i produttori -molti dei quali hanno legami col potere politico- raramente vengono perseguiti

Tutte queste frodi hanno causato una caduta dei prezzi dell'olio d'oliva. I produttori corrotti hanno danneggiato se stessi, realizzando così un vero suicidio economico.
(In realtà io credo che loro ci guadagnano lo stesso. L'unico fregato è il consumatore, soprattutto se incauto. In ogni caso noi italiani non ne usciamo bene. Ancora una volta!)
(Immagini dal Corriere della Sera- Traduzione alla buona del sottoscritto)
Che faticaccia! Non lo faccio più!
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assodipicche |
Oggetto: Il dentifricio fatto in casa 22 Nov, 2013 - 18:57
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frankco |
Oggetto: 19 Mar, 2013 - 15:26
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Se l'anno passato è stato siccitoso, questo è nato per essere ricordato per la pioggia. La terra degli orti è inpraticabile per chi non abbia voglia di insudiciarsi, perchè il fango arriva alle caviglie. Oggi c'è un po di sole, ma domani è previsto un ritorno al passato. Dicono, i meteorologi che il cielo, domattina, si presenterà uggioso; poi, nel corso del di' arriverà l'acqua. La mia zona di residenza dove ho un po' di terra ha la prerogativa di essere attraversata da ben due canali. Negli anni sessanta del secolo scorso, tra il fiume Brenta e i fiumiciattoli a nord del letto del grande corso d'acqua, sono stati scavati decine di canali. Lo scopo della rete acquea, era ed è quello di imbrigliare le piene che da queste parti sono incontenibili. Ogni corso d'acqua naturale, compreso il fiume principale, è dotato di chiuse e sbarramenti che deviano l'acqua piovana in ecesso nei canali appositamente costruiti. Il Brenta, o meglio, La Brenta com'era chiamato dai veneziani dei Dogi, ha il suo corso che si snoda tra il Trentino e il Veneto; nasce dal Lago di Levico, a sud di Trento, e va a tuffarsi in mare nei due bracci che si divaricano per una ventina di km: uno punta dritto su Venezia, e l'altro se ne va per conto proprio a sud di Chioggia. Il fiume a nord porta il nome di riviera del Brenta; Nel sei- settecento i veneziani facoltosi della repubblica marinara ed abitanti nel centro storico della città, iniziarono a costruirsi la villa di campagna lungo le sponde della "riviera". A destra e sinistra del fiume si contano oggi un centinaio di ville antiche; naturalmente i progettisti delle ville furono i migliori architetti di quei tempi che realizzarono dei veri capolavori architettonici. Chi volesse ammirare quelle meraviglie, oggi ha la possibilità di farlo: nei mesi estivi e tutti i giorni c'è una barca di grosse dimensioni che parte da Padova ed arriva a Venezia; sono previste nel tragitto tutte le soste necessarie per godersi le ville in stile veneziano che contornano il fiume. La barca ha un nome che ricorda la festa del Redentore che si celebrava a Venezia nel mese di Luglio; è il "Burchiello", e credo che, nel seicento, ogni anno il Doge regnante nella città, con una cerimonia religiosa un po' pagana, sposasse il mare a suo bordo. Il Brenta, oggi, attraversa il confine settentrionale di Padova, ma il suo corso è mutato più di una volta in seguito a delle piene disastrose; nel paese dove abito è evidente il cambio di percorso del fiume che, agli inizi del novecento, mutò percorso in seguito ad un'alluvione che gli causò decine di vittime. Quando l'acqua si ritirò dalla terra invasa, preferi' un percorso diverso da prima, e lasciò a nord del fiume una frazione abitata precedentemente facente parte della città di Padova; quasi improvvisamente quella gente si trovò a far parte del paesino a nord e scollegata completamente dalla città. Va reso merito ai veneziani della repubblica ed ai suoi ingegneri se nell'ottocento e novecento fino ai giorni nostri, il grande fiume non abbia invaso frequentemente le terre abitate del suo corso. Oltre la rete di canali costruiti di recente, ve n'è un'altra fittissima costruita due o tre secoli fa che ha salvato le campagne e le città venete dalle alluvioni. Il Veneto è terra d'acque e sarebbe ancora una grande palude senza il contributo che la repubblica Veneziana ha saputo dare a questa terra. Due dei canali da me su menzionati, squadrano alla perfezione due dei punti cardinali che fanno da confine al mio trapezio di terra; nord e sud. Se rimanessi senza acqua per irrigare l'orto, se si prosciugasse la falda raggiunta dalla tubazione che mi fornisce, potrei benissimo trasportarmi l'acqua di uno dei due canali. L'ho già fatto all'inizio dell'attività d'ortolano, quando non avevo ancora la perforazione in falda; poi ho desistito perchè l'operazione di trasporto fino al luogo della coltivazioneera alquanto complessa; dovevo estrarre l'acqua dal canale con una pompa e riempire un bidone di 100 litri; poi dovevo trasportarlo con l'auto per trecento metri; ed infine scaricare il contenitore a terra. L'annaffiatura delle piante avveniva con dei secchi: un'operazione molto complessa che ho semplificato estraendo l'acqua dalla falda e distribuendola senza fatica con un tubo in plastica. |
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Visitatore |
Oggetto: MIGLIORATIVI CHE UCCIDONO 28 Nov, 2012 - 14:05
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c non credo all'ecologia sappiamo tutti che anche l'aria collabora a formare un prodotto poi tramite animali vari come volatili ed altri abbiamo l'impollinazione ed altre meraviglie della natura.....poi intervenne l'uomo e tutto modificò,oggi non vi è un prodotto che non sia manipolato dall'uomo... a cosa vale tirar su un prodotto detto ECOLOGICO quando poi detto prodotto viene irrorato con acque inquinate terreno inquinato ed aria idem ,magari diranno ke non hanno usato addittivi chimici .Purtroppo credo che ci avviamo inesorabilmente allo sterminio della razza umana programmata e diretta da noi umani ,fra tutte ciò che mi a dato questa sensazione è stato un episodio accadutomi a me personalmente ,la cosa che a cui tengo e di non sprecare il pane anche se raffermo....quando ciò capitava a casa lo mangiavo di buon grado e con gusto ,una fetta di pane un filo di acqua per ammorbidirlo un pizzichino di sale un goccio di aceto e se in giro vedevo un pomodoro maturo lo spalmavo sul pane infine olio,gustosissimo per uno spuntino...poco tempo fà o rifatto l'operazione .... ma haimè ho dovuo buttare tuttoal primo morso masticando si formava in bocca come segatura .Ora mi chiedo e mai possibile che un governo un panettiere un umano nn sia conscio di ciò che sta facendo e che il futuro degli umani unitamente alla sua discendenza sarà compromesso ,Ecco ciò che sono riuscito a scovare su google in merito a questi MIGLIORATIVI Nato come prodotto semplice, sano, completo e naturale, a base di farina, acqua e lievito, il pane e' stato ridotto dall'uomo moderno ad un cibo sofisticato e addizionato di prodotti chimici che lo rendono cattivo e scarsamente nutriente. La farina impiegata attualmente per la panificazione e' raffinata e adulterata, resa cioe' un alimento morto e chimico. Il grano e' coltivato con diserbanti e concimi chimici e con il processo di raffinazione perde parte del contenuto di glutine (proteina del grano); dei minerali (ad esempio il magnesio la cui mancanza provoca depressione nervosa, il calcio la cui carenza causa osteoporosi, il ferro la cui mancanza provoca anemia); di vitamine (ad esempio quelle del gruppo B di cui i cereali integrali sono ricchissimi e che concorrono al metabolismo degli amidi, favorendone la completa combustione ed impedendo l'accumulo di prodotti di rifiuto e migliorando il processo digestivo); la vitamina E (contenuta nel germe del chicco, che ha proprieta' antiossidanti e rinforza l'apparato riproduttivo); le fibre vegetali (importantissime per favorire l'evacuazione, per assorbire grassi e tossine dall'intestino, per l'apporto di minerali e vitamine...). Il pane integrale non biologico e' ottenuto con farina raffinata additivata con tritello e crusca trattati con pesticidi. Alla lievitazione naturale si e' sostituita quella a base di lieviti chimici come acido solforico, cloruro d'ammonio, solfati, fosfati di calcio (cosiddette polveri migliorative), che consentono la lievitazione "forzata" delle farine raffinate, che stentano a lievitare. Anche il lievito di birra che-una volta si otteneva naturalmente (era il residuo della lavorazione della birra, depositato sul fondo dei tini), oggi si ottiene attraverso un processo di coltura e germinazione di cellule di lievito selezionato, in laboratori chimici e con aggiunta di ammoniaca e altri componenti dannosi per l'organismo. Purtroppo questi tipi di lieviti non svolgono l'azione ossigenante e predigerente dell'amido attuata dai lieviti naturali. Occorre ricordare inoltre che la pasta madre (o levame o pasta acida), ricca di saccaromiceti, fermenti acidificanti e altri batteri, neutralizza la fitina, una fibra contenuta nelle farine integrali, ritenuta responsabile della cattiva assimilazione dei minerali, trasformando l'acido fitico ed i suoi sali (fitati). Infatti durante il processo di lievitazione si attiva la fitasi (enzima del grano) che trasforma in fosfati acidi solubili il magnesio, il calcio, e il ferro contenuti nella farina integrale, rendendoli assimilabili. Tale processo non avviene nella preparazione di pane integrale lievitato chimicamente e l'acido fitico, in questo caso, forma un composto insolubile con il calcio e il ferro e il magnesio, causando rachitismo, anemia, depressione... La pasta madre, oltre a promuovere la fitasi, arricchisce notevolmente il pane per l'azione di fermenti e di enzimi, produce una migliore lievitazione ed una conservazione duratura. Inoltre piu' la farina e' integrale e biologica, piu' il lievito naturale e' ricco di vitalita'. Purtroppo la serie di manipolazioni subite dal pane nella preparazione industriale, non si fermano qui'. Infatti oltre ad usare ingedienti raffinati e impoveriti, al pane ed in particolare al pane speciale viene aggiunta una polverina che racchiude additivi e sostanze chimiche come: destrosio, acido ascorbico, strutto emulsionato, farine di cereali maltati ed altri ingredienti. Questi vengono usati per rendere il pane soffice, croccante e poroso e sono detti "migliorativi", in realta' sono necessari per panificare le farine scadenti. Inoltre con la legge europea D.p.r. n.502 del 1998, che ha liberalizzato completamente gli ingredienti da aggiungere al pane, il panettiere non e' piu' obbligato a indicare la percentuale dei diversi sfarinati presenti nell'impasto. Per cui un pane al mais o di segale puo' contenere una percentuale minima (anche il 5%) del cereale di cui porta il nome, ed un insieme di ingredienti indesiderati. Ad esempio in un pane di segale speciale possiamo trovare:
- Farina di frumento integrale
- Farina di grano tenero tipo I
- Strutto - saccarosio - destrosio
- E. 472 Esteri monoaceltietiltartarico e diocetiltartarico dei mono e digliceridi di acidi grassi alimentari
- E. 282 Calcio Propionato
- E. 321 Butilidrossitoluolo (BHT) provoca danni al fegato, ai nervi, al sangue
- E. 300 Acido L Ascorbico (antiossidante), provoca danni ai denti (carie).
Quello che deve far riflettere e' che questo pane viene consigliato ai diabetici, agli artereosclerotici, agli obesi..., che si ritroveranno a consumare un cocktail di 3 additivi e 4 conservanti. Ma le sofisticazioni non finiscono qui' mancano infatti: Gli Sbiancanti: perossido di azoto, persolfato di ammonio, perborato di sodio, perossido di benzoile, ecc. Gli Antimuffa: acido sorbico e tartarico. I Tensioattivi: per mantenere il pane fresco. L'Acido Ascorbico: per rendere la pasta meno appiccicosa e il pane piu' voluminoso. Minerali pesanti per accrescere il peso come marmo, creta, gesso, solfato di bario, polvere d'osso. Allume e solfato di rame, aggiunti per migliorare il colore e il risultato della panificazione (porosita') (l'allume non e' solubile in acqua, si scioglie nello stomaco e i suoi componenti, fra i quali, l'alluminio, passano nel chimo e nei succhi gastrici della digestione).
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