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lionheart |
Oggetto: tolleranza intollerante 16 Feb, 2007 - 11:16
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Untuffonelblu ha scritto:
La rilettura sinteticamente proposta e mirata ad una conoscenza puntuale anche se sfiorata, induce ad una profonda riflessione...In fondo è come se una calunnia sia stata perpetrata a danno di una popolazione per millenni...Il prodotto di tale nomea...arricchito dalla tradizione orale...dal pregiudizio...dall'intolleranza insopportabile del Cristianesimo...appare ancora oggi perchè purtroppo pochi conoscono esattamente come sono andate le cose. La capacità di un popolo di saper mantenere la sua identità e di difenderla per tanto tempo crea diffidenza, sospetto...crea miti negativi... E purtroppo questo è in parte giustificato per esempio dalle potenti lobbies ebraiche degli U.S.A. che influiscono, e parecchio, sulle scelte di quel paese...e dalla politica di Israele che spesso infrange i diritti del popolo palestinese costretto a subire... Profonde ingiustizie...devastanti violenze... Resta il fatto che alla luce della Storia il popolo ebraico ha pagato duramente... Da sempre mi chiedo...quando finirà tutto questo... Francesca
Si è, talvolta, “catturati” sia dalle idee che dall’uso di alcuni termini usati per esprimere il concettuale. “Tuffonelblu”, leggo, usa la parola tolleranza. Dal latino tollere, cioè togliere.
Voltaire si chiede: “Che cos’è la tolleranza?” “La Tolleranza è la necessaria conseguenza della comprensione dell’imperfezione umana. Errare è umano e a noi questo capita di continuo. Pertanto occorre che gli uni perdonino agli altri le umane follie. Questo è il primo principio del diritto naturale”. (libera traduzione dal testo che ho affianco)
Però, a questo punto, ci si chiede anche se si possa essere tolleranti con chi manifesta intolleranza. Di una cultura, di una fede, di un’etica, si deve accettare tutto, anche gli intrinsechi elementi di discriminazione sociale o razziale o religiosa? Si deve tollerare l’intolleranza? Anche se, in questo specifico, si crea un paradosso. Forse no. Penso che se alcune dottrine religiose (ma anche politiche) possano in un qualche modo portare chi le osserva ad atteggiamenti intolleranti, debbano essere comunque tollerate in quanto appunto principi fondamentali, perché esposizione di pensiero anche se estremizzata, e che si debba, invece, sanzionare solo le azioni intolleranti. La tolleranza ha i suoi limiti. Se si concedesse all’intolleranza il diritto d’essere tollerata, allora la tolleranza sarebbe distrutta e, con essa, lo stato di diritto.
Ricordo un passo di Goethe: “La tolleranza è accettabile se è transitoria, perché sennò può essere offensiva, come lo è quel modo di vivere rassegnato che non distingue più tra le persone perbene e quelle per male”.
E poi, ben sappiamo della mutevolezza delle nostre opinioni. Se l’idea è cambiata in passato come si può aver certezza che in futuro non muteremo nuovamente quell’opinione che ora si sostiene? E se le cose stanno in questo modo, non si deve - forse - essere tolleranti verso coloro i quali oggi non la vedono come noi? Se non lo fossimo, un domani potremmo scoprire che è stata compiuta una violenza sulla base d’una verità che non è più tale. La natura della nostra conoscenza è fallibile, come affermerebbe il liberale Popper, e per questo che ci s’impone la tolleranza e il rispetto di ogni opinione e di tutti i valori.
Senza mai scordarci, però, che tollerare vuol dire sopportare. Che è un'ammissione di superiorità di colui che tollera, cioè togliere qualcosa di sé stessi per accondiscendere l'altro e, si sa, l'accondiscendenza è un’azione intenzionale di comprensione di colui che si sente più forte. Certo, la tolleranza c’è quando non esiste la volontà reciproca di comprensione e s’interrompe per educazione per dignità e contegno la propria avversione per un determinato periodo di tempo. Ecco perché una qualsiasi forma sociale fondata esclusivamente sulla tolleranza avrà sempre e comunque in sé stessa i germi dell'intolleranza, perché la tolleranza, di per sé, è un’idea costrittiva, affatto naturale. La vera accettazione dell'altro transita sempre attraverso la conoscenza del proprio sé e dell'animo umano, cognizione reciproca e coincidente sia nel tempo che nello spazio: la conflittualità esiste perché, per l'uomo, è assai facile e naturale abbandonarsi all'ira, merce più semplice e più abbondante rispetto all'intelligenza, ancora poco in uso in realtà, se non nella sua sterile accezione nozionistica. La mia non è un elogio all’intolleranza, affatto. Solo che ho l’impressione che, su tal concetto, si sia sempre indietro rispetto non dico all’ottimo, ma neppure al passabile.
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Pandora |
Oggetto: 16 Feb, 2007 - 02:37
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Ci sono domande, commenti, richieste di approfondimento cui dare risposta. Le sfaccettature, le problematiche sono tante… c’è quella sottile linea che si supera quando si confonde la critica alla politica di un governo con la polemica contro gli ebrei tutti , e quell’altra sottile linea che si supera quando si identifica israelita con israeliano, e quella che si annulla quando la critica diventa pretesto per rispolverare vecchi pregiudizi mai del tutto scomparsi, e quell’altra ancora che viene abbattuta del tutto quando alla conoscenza si sostituiscono odio e razzismo.
La storia del passato forse può aiutare a capire meglio quella dell’oggi. O almeno a intaccare pregiudizi vecchi che spesso in alcuni, non tutti, e so per certo che Un tuffo non è tra costoro, alimentano l’antisemitismo. Un antisemitismo che spesso è ancora presente, per abitudine culturale sedimentata, a volte perfino in modo inconsapevole. E quindi ancor più difficile da superare. Ma penso che sia sbagliato profondamente identificare come antisemita chiunque si ponga domande su scelte politiche che larga parte degli israeliani e tanti ebrei nel mondo oggi non condividono.
Merita discuterne. Non perché gli ebrei abbiano più valore di altri popoli che, come loro hanno subito, e tuttora sono vittime, di ingiustizie ed eccidi. Ma perché le loro vicende hanno una peculiarità che li accompagna da 2000 anni. Se questo si riesce a cogliere da quanto andiamo raccontando, un primo passo verrà compiuto. Per quanto mi riguarda, vorrei tornare su alcuni approfondimenti quando questa “storia” sarà stata completata.
E tu Giba, amico mio, non commettere anche tu quell’errore che imputi ad altri. La confusione tra critica, condivisa o meno, e l’identificazione con un nemico. Ricordi le nostre prime discussioni? Poi, io credo, ci siamo capiti. E se anche io sono critica su certe scelte politiche, non credo che tu possa accusarmi di essere antisemita…. Amo questo popolo, è il mio. Ti aspetto ancora qui. pan
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No...non è così... mi dispiace che tu abbia trasformato le mie parole...mai una idea politica mi ha accecato e spero che mai succederà...cerco di farmi un'idea personale dopo essermi documentata...(poco e malamente)...e penso che violenza generi solo altra violenza...le cause spesso sono in alto...molto in alto...ma chi paga poi...è la gente...da ogni parte si trovi... Francesca
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Giba |
Oggetto: Finalmente! 15 Feb, 2007 - 16:29
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Una parolina dimessa, Pand. Sai,VI ho visti morire in fila, come pecore. Sono passati 63 anni. Pand, lo vorrei dire a te, senza toccare, Dio guardi, la natiquette.
Pand, ti vorrei dire che a volte, quando leggo certe cose che mi fa schifo d' essere nato. Schifo di essere simile, ma non perdio uguale, a chi finge di compatire e poi, con una scudisciata, senza saper la Storia, senza capir altro che l'odio ammantato di pacifismo, approfitta di mille occasioni per poter accusare gli ebrei di iniquità. Naturalmente non ebrei ebrei, ma ebrei americani. Questo basta, naturalmente, sono americani!
Fingiamo di piangere i morti eppoi facciam presente a tutti che sì, che in fondo i discendenti di quei morti, sono eguali ai loro persecutori. Quale morale trarne? Ma che è legittimo farli saltare in aria e massacrarli, perché persecutori di un popolo innocente.
Pandora, mi fa schifo davvero leggere, mi vergogno di quel che leggo, a volte.
Scusami, Giba
Tranquillizati, è il mio ultimo intervento in questo topic che potrebbe essere straordinario.
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La rilettura sinteticamente proposta e mirata ad una conoscenza puntuale anche se sfiorata, induce ad una profonda riflessione...In fondo è come se una calunnia sia stata perpetrata a danno di una popolazione per millenni...Il prodotto di tale nomea...arricchito dalla tradizione orale...dal pregiudizio...dall'intolleranza insopportabile del Cristianesimo...appare ancora oggi perchè purtroppo pochi conoscono esattamente come sono andate le cose. La capacità di un popolo di saper mantenere la sua identità e di difenderla per tanto tempo crea diffidenza, sospetto...crea miti negativi... E purtroppo questo è in parte giustificato per esempio dalle potenti lobbies ebraiche degli U.S.A. che influiscono, e parecchio, sulle scelte di quel paese...e dalla politica di Israele che spesso infrange i diritti del popolo palestinese costretto a subire... Profonde ingiustizie...devastanti violenze... Resta il fatto che alla luce della Storia il popolo ebraico ha pagato duramente... Da sempre mi chiedo...quando finirà tutto questo... Francesca |
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Man mano che scrivete la storia del popolo ebraico, la trasporto in un file personale, così mi riesce più facile leggerla approfondirla e capirla nei particolari.
Mi chiedevo intanto: perchè Tito distrusse il tempio di Gerusalemme? Da Costantino in poi, mi è chiaro invece, che tutto il misfatto... della storia, verte su giochi di potere politico/ religioso...... e allora mi sorge spontanea.... un altra domanda: che cosa hanno temuto e temono i cristiani ? (perchè di paura si tratta secondo me). Usualmente chi soffre di complesso d'inferiorità spesso lo camuffa sotto le spoglie del complesso di superiorità, ma sempre di complessi si tratta. Evidentemente il popolo ebraico è un po' come le belle donne.... suscitano gelosie ed invidia da parte delle meno dotate che, per vendetta ,cercano di trovare tutti i difetti possibili ed immaginabili, come si dice per il famoso pelo nell'uovo..... Scusate la mia ignoranza, se ho interpretato male la storia fino a questo, punto, in ogni caso, vi ringrazio per la cortese disponibilità nell'istruirmi. Codiali saluti !
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Kinkaku |
Oggetto: 05 Feb, 2007 - 17:33
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Allora il fuochin fuochetto...fuoco: Pandora ! |
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Pandora |
Oggetto: 04 Feb, 2007 - 17:58
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Kinkaku e Sticla... acqua!!! ce ne sono , ce ne sono... che vegliano di notte |
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Sticla |
Oggetto: 04 Feb, 2007 - 16:53
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Sempre acuto lo spirito di osservazione di Kinkaku...mi associo nel pensare come lei!Non ci sono tante persone che di notte vegliano....vero? |
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Da "Inchiesta su Gesù" di Corrado Augias-Mondadori-2006 "Gesù ebreo. ...I testi evangelici, letti con attenzione e senza preconcetti, dimostrano quanto Gesù sentisse la propria ebraicità. La sua osservanza della Legge era così profonda e partecipe, da fare della sua pietà religiosa una condizione necessaria per cercare di capire chi egli sia veramente. Molte sue idee e parole, molte sue azioni si comprendono solo se le si vede come manifestazioni del suo ebraismo. Accade però che, a partire dal II secolo, i suoi seguaci, nella stragrande maggioranza, non furono più gli ebrei e il suo messaggio, per conseguenza, cominciò a essere interpretato alla luce di una nuova teologia."....
Consiglio la lettura di questo testo...specialmente ai cattolici... la storia, rivista sotto altri occhi, chiarisce molte devianze che il Cristianesimo, e non solo questa religione, ha subito a causa delle interpretazioni successive ad opera degli uomini.
Francesca |
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Lodevole iniziativa, e interessati i post con relativi commenti, che leggero' con attenzione e voglia di sapere.......... ma ambirei sapere anche la storia di altri popoli scomparsi per volere degli uomini, pero' capisco che lo sforzo sarebbe molto grande, e quindi mi impegno a capire di piu' sul popolo ebraico.
un sentito saluto e ringraziamento alessandro |
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Cara TittiMendoza, se avrai pazienza di leggere ciò che mano mano posteremo, frutto del lavoro di una studiosa della storia ebraica, troverai, ci auguriamo, risposta alle tue domande. Grazie |
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Come tanti, credo, anche io mi son sempre chiesta da dove scaturisse tutto quell’odio perpetrato per secoli verso il popolo ebraico e soprattutto, perché? Cosa avranno mai fatto di tanto terribile per essere destinati a subire le più disparate e terribili angherie dai diversi popoli del Mondo e se, pur ammettendo, avessero commesso davvero qualche torto, perché non hanno avuto mai diritto ad un misericordioso riscatto e perdono ?
Attraverso varie ricerche, aiutata anche da internet, ho tentato di capirci qualcosa, ma il problema di fondo è rimasto insoluto. Mi auguro che grazie a questo nuovo Topic, possa comprendere quel qualcosa in più, mai resa palese nei libri di storia…...
Quello che segue, è un breve sunto d’informazioni acquisite (nel mio piccolo) e mi piacerebbe sapere, quanto esse corrispondano poi a verità….
Ricordo d’aver appreso che l'odio, nei confronti degli ebrei, risale agli anni prima di Cristo: infatti, nella Bibbia, si racconta che nel V° sec. a.C. gli ebrei rischiarono di essere sterminati poichè un ufficiale ebreo si rifiutò (come prevedeva la legge) di chinarsi al luogotenente del Re di Persia e fu l'intervento della regina Ester d’origine ebraica, moglie del re persiano a chiedere di risparmiare il suo popolo. Sin dall'origine, gli Ebrei, affermando di essere il popolo eletto e rifiutando ogni altro culto, si trovarono in condizioni di vulnerabilità. Sotto l'impero romano pochi ebrei godevano della cittadinanza e, i primi cristiani li ritenevano addirittura colpevoli della crocifissione di Cristo, affermazione questa, che per molti secoli giustificò l'odio raziale in tutto l'occidente cristiano.
Le prime misure contro gli ebrei vengono emanate nel lontano 315. Come prima cosa viene decretata la pena di morte per gli ebrei che importunino chi si converte "dalla funesta religione" ebraica a quella della Chiesa; subito dopo però, viene dichiarato delitto la conversione opposta, dal cristianesimo al giudaismo. E' la lunga battaglia contro la persistenza ebraica: si prende atto che l'ebraismo persiste, ma si decreta che l'ebreo debba vivere nella sofferenza, a perpetua testimonianza del suo errore e della gloria della Chiesa trionfante. Gli ebrei, discriminati dai provvedimenti di legge e dal pubblico a poco a poco diventano oggetto del disprezzo popolare.
Il termine "Antisemitismo" invece, comparve per la prima volta verso il 1880 in Germania, nell'epoca in cui si scatenò una rumorosa campagna antiebraica. Appena due o tre anni dopo lo si ritrova nei lessici delle principali lingue europee, per indicare il nuovo fenomeno delle campagne politiche caratterizzate da una riorganizzazione razziale. A spiegarne l'origine non bastano le teorie razziste che imperversarono negli ultimi decenni dell'800, ma bisogna rifarsi ai secolari pregiudizi nei confronti di un popolo "diverso" per storia, lingua e religione, un popolo "maledetto" ritenuto responsabile della crocifissione di Gesù. Da quando il Cristianesimo si andò consolidando come religione di Stato l'antisemitismo assunse una veste anche religiosa e teologica.
Questo, in sintesi, afferma la storia ufficiale. Il resto delle orrende conseguenze a causa dell’antisemitismo, come tutti sappiamo è storia recente, di conseguenza si può ancora leggere, senza ombra di dubbi, non sui libri di storia, ma negli occhi dei sopravvissuti alle stragi e di chi, impotente, ne è stato testimone.
Se mi è permesso esprimere un modesto parere in generale, credo che fino a quando ci limiteremo ad osservare la storia in modo soggettivo, saremo sempre travolti da valutazioni implicite nelle opposte polarità dei significati: Bene o Male, Guerra o Pace, Semitismo o Antisemitismo, giustizia o ingiustizia e via dicendo, trascurando di comprendere il quadro generale degli avvenimenti.
Sono convinta che per vedere le cose dal giusto punto di vista, dovremmo osservare il tutto in modo oggettivo, in altre parole, scevro da giudizio o pregiudizio; saremo mai capaci di farlo ? Questo è il dilemma…
In conclusione, penso che ci aiuterebbe osservare i fatti, anche dal punto di vista filosofico/metafisico… Così potremmo almeno consolarci nel credere alle “Sorti” umane. Scoprire che non esistono colpevoli o innocenti, ma soltanto attori protagonisti sulla scena della vita. Eroi o tiranni, che con le loro gesta contribuiscono a far scrivere libri di storia perseguendo un unico fine: quello di trasmettere agli uomini, saggi insegnamenti per costruire un futuro Mondo migliore!
Grazie per l’attenzione dedicatami, ma soprattutto grazie per l’opportunità che offrite nel far esprimere a tutti, i propri punti di vista nel prezioso spazio di: “Anziani”.
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