Vai a pagina
...
43
|
|
 |
Cesare1° |
Oggetto: Tra l'altro....... 26 Giu, 2006 - 12:30
|
|

Messaggi: 897
Attività utente

|
|
Margine ha scritto:".....ho visto trattare gli atei e gli agnostici, qual io sono, come fossero dei depravati da evitare o, ad esser buoni , dei poveracci da compiangere, come in questo caso......." Margine, ti prego, leggimi. Io sono stato tra agnosticismo ed ateismo per tutta una vita. E oggi? Non perché, per età molto avanzata, e quindi con il pensiero che la Morte (S.Francesco la chiama "sorella morte") si avvicina, ho avuto il dono della FEDE. Forse non sono capace di esprimere l'esperienza che ho vissito, So soltanto, anzi, sento soltanto che per volere di DIO dovevano giugnere a maturazione certe cose che mi interessavano nel mio "essere". Mi permetto, per quanto ti riguarda, di dirti, perché lo sento, tu sei sulla buona strada per essere nella GRAZIA di DIO. Perché già lo sei! Abbi FEDE! Sono certo di non aver scritto una cosa sciocca. BUONA GIORNATA, cesare |
_________________ eagle pp |
|
mela |
Oggetto: PENSIERO LIBERO 26 Giu, 2006 - 07:39
|
|

Messaggi: 1090
Attività utente

|
|
x me la cosa finisce qui,,,, nn conoscendo nessuna delle due, sarebbe solo tempo perso.... un dialogo tra sordi......
Ebbene, quelli sopra riportati son gli ultimi "versi" dell'inno all'amore universale testè trascritto e che venivamo chiamati a condividere? Io penso che forse qui ci si incontra e ci si conosce anche e specialmente con uno scambio di battute, con un commento, una puntualizzazione, una risata, un gioco, un' emozione, perchè no un' incomprensione...... Naturalmente lo fa chi vuole, solo chi ne ha voglia e se pensa che ne valga la pena, in quel momento. Saluti e buona giornata.

|
_________________ stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia. |
|
|

Messaggi: 432
Attività utente

|
|
nemmeno io ho puntato il dito ne compainto nessuno..... nn pensavo che il mio scritto fosse causa di contestazione nn voleva essere assolutamente un giudizio, ripeto, solo un mio pensiero e nn mi sento ne arrogante e tantomento presuntuosa x averlo scritto...... x me la cosa finisce qui,,,, nn conoscendo nessuna delle due, sarebbe solo tempo perso.... un dialogo tra sordi...... felice notte...... vololibera |
_________________ Non siamo tutti Pablo Neruda... ma tanti di noi esprimono i loro sentimenti, le loro emozioni scrivendo dei versi, parole che arrivano dritte dal cuore che sono musica suonata senza aspettare applausi
|
|
Margine |
Oggetto: 25 Giu, 2006 - 23:24
|
|

Messaggi: 6395
Attività utente

|
|
Ringrazio Mela che, conoscendomi un po', sa quale sia il tono delle mie parole che nemmeno lontanamente ho usato con sarcasmo. Semmai c’è amarezza e insofferenza insieme perché è una vita che, lo ripeto, ho visto trattare gli atei e gli agnostici, qual io sono, come fossero dei depravati da evitare o, ad esser buoni , dei poveracci da compiangere, come in questo caso. Quest’ultimo è un atteggiamento paternalistico che, a lungo andare, stufa. Penso che non dovrebbe essere difficile capirlo, se si facesse lo sforzo di mettersi nei panni degli altri. Non mi capacito da dove Vololibera tragga il suo giudizio che io mi sentirei sicura di essere nel giusto, perché non ho detto niente di come la penso e men che meno della mia sicurezza. A parte il fatto che credo che ognuno si sente nel “suo” giusto perché se si sentisse nello sbagliato, cambierebbe posizione, io non contesto e non compiango chi ha fede, per niente, e non punto il dito contro nessuno. Buona serata, Margine
|
|
|
mela |
Oggetto: tra margine e vololibera 25 Giu, 2006 - 22:32
|
|

Messaggi: 1090
Attività utente

|
|
Ragazze ( ) , nello scambio di opinioni appena letto, a me non sembra sia Margine quella che debba farsi un corso di umiltà. Lei ha un modo di porsi e di proporsi che non fa venire in mente una persona arrogante, in possesso di verità importanti ed indubbie, Cosa che invece appare in Vololibera, che sicuramente è persona simpaticissima, di buoni sentimenti ed estroversa, ma l'"Infelicemente" è stata un'uscita infelice davvero, come anche il macroscopico carattere della sua dissertazione (o incitazione), secondo me. Quanto all'infelicità essere convinti che ognuno se la crei da sola è quanto meno singolare. Ho espresso, velocemente e senza impegno, la mia opinione anch'io, niente di più e niente di meno. Grazie.  |
_________________ stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia. |
|
|

Messaggi: 432
Attività utente

|
|
cara margine l'infelicità ce la creiamo da soli, certo è che chi ha qualcosa in cui crerdere ed aggrapparsi ne sente meno il peso.....ho espresso un mio libero pensiero.. certamente nn avevo la pretesa fosse condiviso da tutti... quindi anche la tua opinione è bene accetta ,ma nn puntare il dito.... sarcasticamente come se fossi sicura di essere nel giusto.... sii + umile.... e forse capiresti molte cose che vedo ora ti sfuggono...... peccato..... simpaticamente vololibera...... |
_________________ Non siamo tutti Pablo Neruda... ma tanti di noi esprimono i loro sentimenti, le loro emozioni scrivendo dei versi, parole che arrivano dritte dal cuore che sono musica suonata senza aspettare applausi
|
|
|

Messaggi: 432
Attività utente

|
|
Parola forte, sempre presente nella nostra vita. Amiamo fin dalla nascita, di differente forma e intensità. Amiamo la nostra patria, i nostri amici, i nostri parenti, i nostri animaletti, amiamo anche le cose materiali che fanno parte della nostra vita... e così continuiamo a vivere... ed amare... Il più importante amore della nostra vita è l'Amore per Gesù, un amore che ci trasforma, ci modifica, che infelicemente nemmeno tutti abbiamo o conosciamo. Gesù, è il nostro porto sicuro, il nostro punto di appoggio, dobbiamo considerarlo sempre come il nostro unico Signore e Salvatore. Esiste anche quell'amore che fà parte della nostra vita, ma non é l'amore spirituale che ho descritto prima, stò parlando dell'amore fisico e carnale che, anche lui, è molto importante. Dio creò l'uomo e la donna perchè si unissero e dessero "frutti", questo vuol dire amare. Perchè due persone che si amano tanto, si sposano per amore, permettono che la comodità e il tempo fanno raffreddare quella "fiamma" che prima era meravigliosa? Dobbiamo essere noi ad avere coscienza che l'amore è come il vino, quanto più è vecchio tanto più è piacevole e migliore, poi il palato è già molto bene definito. L'amore per rimanere vivo ha bisogno di alimentarsi di piccole cose, attenzione, carezze, affetto, partecipazione e complicità. Come una pianta, deve essere innaffiata, aiutata affinchè essa non muoia. Perchè aspettare una data speciale per fare un regalo, se dobbiamo sempre essere gradevoli ogni istante della nostra esistenza, non ci sono giorni speciali, il nostro giorno, sono tutti i giorni, poi, ogni giorno è differente e per questo sono speciali. Perchè dire che si ama solamente quando si è appagati e soddisfatti, quando è molto bello per ognuno di noi sentire l'altro dire quanto siamo importanti e di essere amati ogni giorno che viviamo, questo ci tonifica e ci rende felici. Dobbiamo amare totalmente e incondizionatamente, dobbiamo offrire anima e corpo al nostro amore e alla persona amata, sentire sempre il tocco, attraverso un abbraccio stretto, di una carezza, di un bacio, di uno sguardo, senza preoccuparci del tempo, in un trasporto totale. Chiamare solo per dire "io ti amo", che queste parole siano dette da dentro il cuore e dall'anima. Aspettare l'ora dell'arrivo con un bacio e un abbraccio molto speciali, per mostrare quanto quella persona amata sia importante e unica. Sedersi allo stesso tavolo solamente per faresi compagnia e parlare del tempo che fà. Svegliarsi al mattino presto, contemplare la persona amata al nostro fianco e sentirci felici e realizzati perché facciamo parte uno della vita dell'altro. Fare l'amore senza una data, senza una ora, nemmeno un locale prestabilito. E infine... l'amore è totale, unico e supremo, è il sentimento che domina la vita, che regge l'universo e per questo è immortale. Quando amiamo per davvero, anche noi siamo immortali.... in nome dell'AMORE.

|
_________________ Non siamo tutti Pablo Neruda... ma tanti di noi esprimono i loro sentimenti, le loro emozioni scrivendo dei versi, parole che arrivano dritte dal cuore che sono musica suonata senza aspettare applausi
|
|
mela |
Oggetto: copiie, responsabilità, educazione.... 25 Giu, 2006 - 15:34
|
|

Messaggi: 1090
Attività utente

|
|
Ho trovato interessante, Jerardine, quello che hai scritto. Fai parte di una comunità che cura anche l'aspetto dell'aiuto a coppie o cosa? Comunque, con il tuo permesso (be' anche senza, perchè visto che vi ho accesso me lo gratto e basta), mi copio il tuo messaggio e lo divulgo un po', in particolare ad una neo coppia di nipoti sposatisi da qualche giorno. POSSO, SI??? Dai, dimmi di si.  E adesso, forza con la seconda puntata, vediamo che altro ci dici di utile. Un abbraccio sincero. Tua

|
_________________ stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia. |
|
|

Messaggi: 506
Attività utente

|
|
Ed ora, come promesso, parliamo di "famiglia".
Quando parliamo di coppia parliamo di persone adulte. La famiglia chiama in causa l’essere persone adulte. Qual è la caratteristica dell’essere persone adulte? In termini sintetici possiamo dire che essere adulto significa essere capace di dare origine a qualche cosa e di prendersi cura di ciò a cui si dà origine: la dimensione della generatività di qualcosa e della cura di ciò a cui si dà origine.
Allora, applicando questo concetto, dobbiamo dire che quando parliamo di famiglia è necessario insistere su tre dimensioni di cura: cura della differenza: nella vita della coppia coniugale ciò che è importante sempre per la famiglia è la capacità di prendersi cura della differenza, perché l’altro/a non può essere identico/a a me. cura della riconoscenza: non si può costruire una nuova famiglia, nella dimensione coniugale, dimenticando l’appartenenza di ciascuno dei due componenti la coppia alla propria famiglia. E quindi è necessaria la cura della riconoscenza, che oggi non viene più praticata. cura del dialogo: questo è il concetto di cura fondamentale che lega la dimensione genitoriale fra genitori e figli nello stesso momento.
La famiglia è questa realtà umana che lega la differenza nella coppia, la cura della riconoscenza verso la famiglia di origine e la cura del dialogo nei confronti sia dei figli che di tutti gli altri componenti la famiglia. Queste sono le premesse da cui partiamo. . Le mie riflessioni vogliono essere molto semplici, molto rapide e vogliono considerare i tre elementi che abbiamo detto. Innanzitutto la coppia coniugale. La famiglia nasce da una relazione di coppia. Parlare di coppia coniugale, parlare di famiglia, di valori in famiglia, di quali valori si testimoniano in famiglia, di quale clima si costruisce in una famiglia, significa parlare di quale clima e quale progetto si vuole vivere come coppia coniugale. Questo è fondamentale. Non è solo la scelta di un piacere, ma la scelta di vita familiare, nel senso che si deve avere un progetto di vita in due. Progetto vuol dire determinazione di mete che si vogliono perseguire insieme. La scelta di vita di coppia non è una scelta di chi solo sta bene insieme. Sta bene insieme perché progetta nel proprio itinerario di vita, per il resto della propria vita, di condividere l’itinerario insieme all’altro/a. Quindi la famiglia, la coppia, che si apre a costruire una nuova famiglia è la coppia che ha questo progetto di vita. Non un progetto a termine, non un progetto finché va, va. Un progetto di vita: questa è la prima dimensione importante. I giovani sono figli, non vengono dal nulla. Sono figli. E quindi da figli esprimono quelli che sono i valori che nella propria famiglia vengono a respirare, a vivere. La famiglia ha un’importanza fondamentale nella vita di tutti, perché nella famiglia i valori non si insegnano, si testimoniano, si respirano. Il clima educativo della famiglia è dato dal modo in cui una famiglia vive i valori e li trasmette perché li vive. Altrimenti non potrebbe insegnarli. C’è un aspetto fondamentale che è la cura della relazione coniugale. La cura della differenza che diventa importantissima. Bisogna mettersi sempre nell’atteggiamento di chiarire ai propri figli e ai giovani in genere che in realtà l’impegno del progetto di vita coniugale richiede un percorso di educazione, un percorso di formazione. Educarci significa - come adulti -, essere consapevoli e leggere criticamente la realtà, perché le scelte che abbiamo fatto le possiamo rinnovare con spirito critico. Questo significa educarci. Non istruirci perché l’istruzione ci porterebbe a entrare in campi che non sono neanche nostri. . Questo è il cuore dell’educazione. Educare significa aiutare le persone a sentirsi protagonisti della propria vita, a fare le proprie scelte in modo responsabile. E questo richiede una serie di strategie, di interventi, che non possono essere trascurati, perché a volte i giovani sbagliano anche per le responsabilità educative degli adulti. E se non cominciamo ad aiutarci noi adulti, non potremo avere giovani adulti, perché i giovani sentono quello che noi possiamo comunicare. Allora la circolarità del percorso educativo è questo. Ed é necessario non come istruzione, non abbiamo bisogno di conoscere, ma di sentire, di capire, di capirci come soggetti adulti. E' quindi evidente questa grande emergenza dell’educazione dell’adulto. Prima il cambiamento sociale era molto più lento, per cui bastava l’educazione vissuta in famiglia a gestire l’educazione dei figli. Comunque il cambiamento noi non possiamo negarlo, ma possiamo controllarlo per quello che è nella nostra responsabilità. Capirlo è importante per poterlo controllare. Il problema non è solo da adulto capirlo ma anche intervenire in modo da far accettare ai figli – dialogo tra genitori e figli - e questo richiede una intenzionalità educativa chiara, la condivisione di un progetto tra moglie e marito che purtroppo oggi non c’é. Questo richiede la forza dell’educazione perché l’educazione richiede anche la forza, perché per educare ci vuole forza ed occorre che i genitori siano sostenuti, non possono essere lasciati soli. Sono profondamente convinta che i cambiamenti, anche quelli del ruolo della donna, sono cambiamenti che hanno alterato la vita educativa in famiglia. Ma non è utile parlarne soltanto, quello che è importante e urgente è invece intervenire, dare sostegno a questi adulti. Amore e cuore non bastano, occorre anche la competenza, che non è data dal titolo di studio, ma è data dalla riflessione sul significato dell’educare, sulle scelte antropologiche che dobbiamo fare per educare,anche se chiaramente senza il cuore non si può fare niente. L’educatore deve avere competenze tecniche e qualità umane perché non si può fare l’educatore senza qualità umane, senza capacità di amare, senza capacità di coinvolgersi con il cuore. I genitori anche se commettono errori educativi non sono colpe, perché c’è una buona intenzionalità. Per questo è necessario oggi più che mai pensare all’educazione dei genitori, come supporto per educare. E infatti c’è una domanda di educazione in ogni ambiente. Domanda a cui va data una risposta. La reciprocità richiede educazione, reciprocità che è il cuore della relazione coniugale richiede preparazione, esige educazione, perché richiede cura della differenza perché nella coppia c’è la differenza e bisogna costruire questo progetto di vita insieme, attraverso una disponibilità, attraverso anche una sofferenza. Sappiamo che è faticoso crescere. Gli adolescenti soffrono. C’è la fatica di diventare adulto. Così è anche faticoso essere coppia, una vera coppia coniugale, Una coppia che vuole diventare testimone di valori fondamentali. I valori della fedeltà, della solidarietà, dell’attenzione all’altro. E tutto questo richiede impegno. Non è perché ci si scambia l’anello sull’altare che si diventa coppia. E’ indispensabile questa disponibilità a crescere, a lavorare, a modificarsi, a costruire la propria personalità in relazione con l’altro. Perché l’educazione coniugale è una dimensione importantissima quando pensiamo alla famiglia palestra di umanesimo. Umanesimo della autenticità che vuole aiutare il singolo a non essere vittima dell’egoismo, dell’istinto , di quelli che sono i miti della felicità di oggi. Perché esistono tanti falsi miti: il mito del denaro, del piacere, del possesso. Sembra che la felicità oggi sia in queste cose e rispetto a chi vuole costruire diversamente il proprio mondo e la propria vita di coppia è chiaro che ci vuole impegno, ci vuole educazione. Educazione innanzitutto per costruire la reciprocità, perché la reciprocità non è un dato, ma diventa una meta di una vita coniugale, Diventa l’esito di un percorso in cui non è estranea la sofferenza. Così come non è estranea la sofferenza del preadolescente che deve diventare adolescente. Infatti la nostra umanità è sempre una umanità di impegno, di tensione: la gioia esiste perché c’è un impegno che ci porta verso questa gioia. Quindi il problema della costruzione nella vita coniugale di una intimità, che è l’aspetto importante nella vita di coppia. Non solo una intimità fisica, nessuno vuole negarla, ma la costruzione dell’intimità è quella di chi riesce a penetrare, a cogliere l’animo dell’altro. E’ l’autenticità della persona che si esprime nella relazione di intimità. Come reciprocità che viene costruita, che è esito di un percorso, di un processo, in cui entrano tante categorie, tante dimensioni. Innanzitutto il bisogno umano di sicurezza, di amicizia, di integrazione, che poi regola un po’ tutte le relazioni della vita familiare, anche quelle della riconoscenza e del dialogo con i figli . Questi bisogni di sicurezza da dove derivano?. Qual è il cuore di una vita in famiglia? Cos’è che caratterizza la famiglia?
Bene.A queste domnde cercheremo di dare risposte adeguate in un prossimo intervento.
Spero di non avervi stancati/e troppo. Buonanotte Jerardine |
|
|
|

Messaggi: 506
Attività utente

|
|
Carissimo Cesare, in merito al tuo quesito sul " TUSEIMEISMO", azzardo un'ipotesi.
Nella terza cantica Dante afferma " Già non attendere' io tua domanda/ s'io m'intuassi, come tu t'inmii" (Par. 9,80-81). L'essere umano ha la capacità di intuarsi, di entrare a tal punto nel tu da immedesimarsi nel tu, di farsi tu, E' la possibilità dell' essere umano di condividere il suo essere, sino al "TUSEIME" ... Ma, si potrebbe obiettare ( e la prima a farlo sono proprio io) chi ci dice che dalla elaborazione di questa affermazione sia poi scaturito un altro "ismo" da annoverare ai tanti altri che si sono succeduti e accavallati nel tempo? ... Ho la sensazione, alquanto sgradevole, di essermi inoltrata in un terreno... minato. Qualcuno vuole aiutarmi a venirne fuori? Chiedo lumi!
Un caro saluto Jerardine |
Ultima modifica di jerardine il 24 Giu, 2006 - 09:41, modificato 2 volte in totale |
|
|

Messaggi: 506
Attività utente

|
|
ti ringrazio Alma per il tuo apprezzamento, ma soprattutto per l'opportunità che mi offri di ritornare sull'argomento, per un maggiore approfondimento. Quando dico che " ...l’amore produce la rottura del proprio mondo, l’ uscire dal proprio guscio. E’ lo spostamento del baricentro dall’ego al tu. E’ un itinerario dal proprio mondo a quello dell’altro", non deve significare un " annullarsi nell'altro". Assolutamente no, perché é importante la cura delle differenze: nella vita della coppia coniugale ciò che è importante sempre per la famiglia è la capacità di prendersi cura della differenza, perché l’altro/a non può essere identico/a a me. In un rapporto di reciprocità non si deve mai invadere o lasciaresi invadere dall'altro, ma pervadere. Senza mai forzare. Significa accogliere il mistero dell'altro senza mai ridurlo alle proprie misure. E' cercare di attualizzare le TRE "T" dell'amore, menzionate da mela . E' trattare l'altro/a con tenerezza, con tolleranza, con trasparenza. E per riuscirci dobbiamo incominciare a fare un lavoro di scavo dentro di noi, dobbiamo fare un viaggio dentro noi stessi per vederci come siamo, senza aver paura di vederci come siamo. E di lì costruirci. Dobbiamo convincerci che dobbiamo rimodificare noi stessi, il nostro linguaggio all'altro. Se non vogliamo essere venditori di prodotti, ma consumatori di valori. Valori non astratti ma incarnati nella vita. Oggi é l'epoca dei viaggi interplanetari. Il viaggio più lungo e urgente é quello che va dalla testa al cuore. "Amare é donare l'essere", ci dice Jacques Maritain. E il dono é diverso dal regalo. E la divisione si risolve in moltiplicazione: E' il prodigio della fecondità.
Quanto ai periodi oscuri e difficili che si devono affrontare non li nego. Anzi, invito a cercare il dialogo, anche quello che può costarci fatica. Quello che 'importa é non barricarsi nel silenzio che ci impedisce di imparare anche dai nostri errori. Dobbiamo riscoprire l'importanza del dialogo. Dialogo come ascolto dell'altro, in un rapporto di reciprocità. Reciprocità é andata e ritorno della comunicazione profonda. E' incontrarsi l'uno nell'altro senza assorbimento dell'uno nell'altro. Ma per confrontarsi, correggersi, magari anche scontrandosi. Reciprocità che non é mai assimilazione nell'altro/a, ma ricchezza di valori condivisi. Ti chiedo scusa se sono stata ripetitiva. Comunque come puoi constatare, mia cara, sono molti i nostri piunti di convergenza.
Ho partecipato recentemente a un convegno sulla "famiglia". In un mio prossimo intervento, cercherò di sintetizzarlo, sperando di trasmettervi qualcosa che mi ha molto arricchita. Buona giornata Jerardine |
Ultima modifica di jerardine il 23 Giu, 2006 - 00:58, modificato 1 volta in totale |
|
|

Messaggi: 506
Attività utente

|
|
ti ringrazio mela. Ti ringrazio soprattutto per il tuo ... "BENTORNATA!! ". E' bello scoprire che qualcuno ha notato la tua assenza. Anche se il mio é stato solo "digiuno di parole", come una volta mi scrisse la carissima Sari. Infatti, ho sempre continuato a frequentare questo forum ed a leggervi, con l'interesse di sempre.
Ho molto apprezzato la regola delle TRE " T ", anche se - come tu dici -, di difficilissima attuazione. Un abbraccio Jerardine |
|
|
mela |
|
Oggetto: bentornata jerardine 18 Giu, 2006 - 19:34
|
|

Messaggi: 1090
Attività utente

|
|
|
_________________ stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia.
Ultima modifica di mela il 19 Giu, 2006 - 07:57, modificato 1 volta in totale |
|
|

Messaggi: 506
Attività utente

|
|
Questo tema mi sollecita tantissimo e cedo all'impulso di aggiungere anche il mio pensiero.
Amare non è dare qualcosa all’altro. Amare è farlo sentire importante, colui che è titolare di tante potenzialità che non sono note nemmeno a lui stesso. Questo deve essere l’impegno da assumere. Far sentire all’altra persona che è titolare oltre che di dignità, di potenzialità: estrarre dall’altro il meglio dell’altro che non si è rivelato neppure all’altro. E amare significa pagare i costi. Nessuno può amare a basso costo. I costi dell’amore. L’amore produce la rottura del proprio mondo, l’ uscire dal proprio guscio. E’ lo spostamento del baricentro dall’ego al tu. E’ un itinerario dal proprio mondo a quello dell’altro. Il narcisista non sarà mai capace di amare. Nella misura in cui siamo narcisisti, in quella misura siamo condannati a rimanere nella propria tana a marcire. Il narcisista è colui che vive della sua immagine, che non si confronta e si condanna a non amare. Mai.
Amare significa vivere la vita come dono. Perché ci sia vero amore occorrono tre fattori: un io, un tu e il dono di sé. “Io per te, tu per me, tutti e due per i nostri figli, insieme per il mondo intero”. E per mantenere sempre vivo l'amore é necessario il dialogo, cioè il confronto nella sincerità. A volte il dialogo può essere molto arduo. Ma si deve coraggiosamente accettare anche il momento della discussione, della franchezza, del contrasto, della conflittualità, per trovare un punto di incontro. L’attrito è comunque un contatto. L’assenza di attriti può essere indice di assenza di contatti profondi. E il silenzio è il lento spegnimento dell’amore. .Amando riusciamo anche a liberarci dai nostri limiti , a liberarci da … per librarci – verso … ha come suo archetipo il volo d’aquila . E oggi siamo come aquile costrette a starnazzare nella palude, come anatroccoli , e a non sapere neppure che si ha il potere di volare. Quindi se vogliamo allargare i nostri orizzonti per amare sempre di più e sempre meglio, dobbiamo volare come aquile che volano ardite verso il sole, . Chi non vola non può far volare, farà starnazzare i suoi. Il mondo ha bisogno di volare alto e lo Spirito di Dio scende basso per darci la forza di volare alto verso l’Altissimo ...
Mi fermo qui per non stancarvi... ciao e tutti/e Jerardine
.
|
|
|
Danette |
|
Oggetto: cara alma 13 Giu, 2006 - 19:46
|
|

Messaggi: 810
Attività utente

|
|
...sono lieta che tu abbia fatto capire a me ed a Marialuna che.... ci hai lette. Hai ragione...sembra facile infarcire questo argomento di parole....in realtà non lo è.
   un saluto Alma e un arrileggerci...magari in chat..perchè nooo??
|
|
|
 |
Vai a pagina
...
43
|
|