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liliana |
Oggetto: Arte e pandemia 28 Apr, 2020 - 10:12
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Forse anche per noi ci cuole una zingara per sapere quando la pandemia avrà termine?
Speriamo al più presto!
Un saluto agli amici dell'arte L.M.
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liliana |
Oggetto: La buona ventura 28 Apr, 2020 - 09:04
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 Notizie sul dipinto
La Buona ventura venne dipinto presumibilmente quando Caravaggio frequentava la bottega del Cavalier d'Arpino, a Roma, cioè fra il 1593 e 1594; infatti, la radiografia del 1977 ha mostrato, sotto lo strato della pittura, un dipinto del Cavalier d'Arpino per la chiesa di S. Maria in Vallicella, L'incoronazione della Vergine (la tela venne poi ricoperta per poterci dipingere di nuovo).
Il primo acquirente fu il cardinale Francesco Maria del Monte che in seguito, quando Caravaggio lasciò il Cavaliere, lo ospitò e lo fece lavorare nel suo palazzo Madama. Il dipinto risulta infatti, insieme al S. Giovannino capitolino, presente negli inventari del Cardinale.
Gli eredi del Monte lo vendettero a Pio Savoia nella cui collezione si trovava quando, nel 1750, su indicazione di papa Benedetto XIV che voleva acquistare quadri per i Musei Capitolini, venne fatto stimare dal cardinale Silvio Valenti Gonzaga.
Il dipinto risultava presente nelle collezioni capitoline nei due inventari ottocenteschi ed ancora oggi vi si trova insieme al S. Giovannino.
Descrizione e stile
Il soggetto è una zingara che, mentre legge la mano al cavaliere, gli ruba l'anello che porta alla mano.
L'indagine radiografica del 1985 mise in luce il dettaglio delle dita della zingara che sfilano l'anello all'ingenuo giovane ben vestito, che oggi nel dipinto, malgrado i restauri, non è ben visibile.
La tradizione vuole che Caravaggio avesse scelto per modella una vera zingara che vide passare davanti al suo studio e come riporta il Bellori" e condottala all'albergo la ritrasse in atto di predire l'avventure".
Si tratta di una scena di vita quotidiana, tipica nelle vie del centro di Roma: una graziosa zingarella, con il pretesto di leggere la mano a un ingenuo giovane di buona famiglia, catturando la sua attenzione col suo sguardo malizioso, gli sfila abilmente un anello dal dito.
La giovane gitana è graziosa e spregiudicata: la camicetta ricamata e il turbante avvolto intorno alla testa le danno un’aria fresca e leggermente esotica. Il sorriso con cui attrae l’attenzione del ragazzotto è un gioiello di sottigliezza psicologica.
Il volto grassoccio del ragazzo garbato rispecchia perfettamente la sua disarmante ingenuità: anche la piuma che spiove dal suo cappello, sembra accrescere la mollezza del carattere.
Il momento culminante della scena è il gesto del dito medio destro della zingarella: mentre accarezza il palmo della mano del ragazzo, riesce a sfilargli abilmente l’anello. Gli orli sporchi delle unghie sono un dettaglio che comparirà più volte nei personaggi popolari del Caravaggio.
La scena del dipinto è una tipica " scena di genere", tuttavia vi sono buone probabilità che l'artista si sia rifatto anche ad una scena di teatro, di quelle della Commedia dell'Arte che venivano rappresentate nelle popolari "stanze della comedia"e che avevano largo successo: una scena dei Recuil Fossard, che riportano molte incisioni tratte dall'Arte.
Oltre che" scena di genere", il dipinto può essere letto in chiave moralistica con riferimento alla Parabola del Figliol Prodigo (Lc. XV, 11-12) e dunque come un ammonimento nel non riporre fiducia nei falsi adulatori e in coloro che vogliono indurre al peccato.
ll dipinto ebbe largo successo e fu imitato da molti caravaggeschi come Vouet, Manfredi, Louis Finson.
Fonte: Wikipedia
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Ultima modifica di liliana il 28 Apr, 2020 - 20:13, modificato 1 volta in totale |
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liliana |
Oggetto: Emilio Isgrò 09 Apr, 2020 - 20:51
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Mentre nella maggior parte del mondo i musei e gli spazi dell'arte sono chiusi e dobbiamo limitare al minimo i nostri spostamenti fisici, gli spazi mentali sono liberi e infiniti, come è infinito anche lo spazio in rete.
Usiamo quindi la rete per arrivare nei luoghi di lavoro e nelle menti di alcuni artisti contemporanei, da Oriente a Occidente.
Come vivono questo capitolo drammatico della storia? Su cosa stanno lavorando?
Rai Cultura ha chiesto agli artisti una testimonianza attraverso le immagini e le parole.
Emilio Isgrò ha partecipato all'iniziativa proponendo l'opera:
"Beatrice trasmutata", 2019 Quando la solitudine viene imposta a tutti gli uomini da un virus così insidioso, è chiaro che l’artista, che alla solitudine è abituato, si può ritrovare fraternamente vicino agli altri esseri umani. Non con il distacco che a volte l’arte esprime, ma con la vicinanza che è propria dell’arte migliore. È nei momenti di solitudine che si crea. Cerchiamo quindi di cavare, da un male così terribile, un bene che almeno ci compensi: la possibilità di riflettere e di pensare.
Emilio Isgrò
Sul web tutte le informazioni sull' Autore
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liliana |
Oggetto: 09 Apr, 2020 - 19:53
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liliana |
Oggetto: 09 Apr, 2020 - 19:51
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Oggetto: 09 Apr, 2020 - 19:44
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liliana |
Oggetto: 09 Apr, 2020 - 19:42
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liliana |
Oggetto: 09 Apr, 2020 - 19:40
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liliana |
Oggetto: 09 Apr, 2020 - 19:39
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liliana |
Oggetto: 09 Apr, 2020 - 11:40
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liliana |
Oggetto: Novecento e movimento Artistico 22 Feb, 2020 - 09:24
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Il Novecento è stato caratterizzato da un movimento artistico italiano nato a Milano alla fine del 1922. Venne iniziato da un gruppo di artisti composto da Mario Sironi, Achille Funi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Emilio Malerba, Pietro Marussig e Ubaldo Oppi che, alla Galleria Pesaro di Milano, si unirono nel nuovo movimento battezzato Novecento dal Bucci.[1] Questi artisti, che si sentivano traduttori dello spirito del Novecento, provenivano da esperienze e correnti artistiche differenti, ma legate da un senso comune di "ritorno all'ordine" nell'arte dopo le sperimentazioni avanguardistiche soprattutto del Futurismo: il Novecento torna quindi ad avere come supremo riferimento l'antichità classica, la purezza delle forme e l'armonia nella composizione. In tale senso adottò anche la denominazione di Neoclassicismo semplificato.
Il movimento Novecento si manifestò anche in letteratura con Massimo Bontempelli e soprattutto in architettura con i celebri architetti Giovanni Muzio, Giò Ponti, Paolo Mezzanotte e altri.
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liliana |
Oggetto: 14 Feb, 2020 - 14:40
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San Valentino
Festa
DescrizioneLa festa di san Valentino è una ricorrenza dedicata agli innamorati e anche agli epilettici, celebrata in gran parte del mondo il 14 febbraio. Wikipedia
Data: venerdì 14 febbraio 2020
Tipo di festa: religiosa, internazionale
Data d'istituzione: Medioevo
Tradizioni profane: Scambio di auguri e doni fra innamorati
Celebrata in: Europa, America e Oriente
Altri nomi: Festa degli innamorati
Ricerche correlate
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Marc Chagall - La "Crocifissione bianca" - Un grido ancora attuale contro la follia nazista (e di tutti gli estremismi)
La "Crocifissione bianca" fu realizata da Marc Chagall dopo la Notte dei Cristalli
(link)
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_________________ Preferisco le eccezioni - Wislawa Szymborska |
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liliana |
Oggetto: 25 Gen, 2020 - 10:47
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Dopo l'interessante descrizione fatta da patrizia 51, entriamo nel mondo dell'arte con dei misteri

MISTERI
5 Misteriosi Tesori Perduti della Seconda Guerra Mondiale
di MATTEO RUBBOLI
La Seconda Guerra Mondiale fu l’occasione per molti invasori di appropriarsi di tesori e ricchezze come bottino di guerra. Alcune di queste furono rubate e accumulate andando a costituire veri e propri patrimoni dal valore difficilmente stimabile, recuperati dai governi alla fine della guerra. Alcuni tesori vennero però persi, nel tentativo di sottrarli ai rastrellamenti dei concitati ultimi giorni della fine della guerra. La storia di queste 5 gigantesche ricchezze ha alimentato la fantasia dei cacciatori di tesori per decenni…
Il treno d’oro dei Tedeschi
Nel Maggio del 1945 un Terzo Reich ormai morente decise di trafugare il maggior numero di oggetti e preziosi dalla Polonia, in procinto di essere liberata dalle truppe sovietiche. I soldati tedeschi caricarono trecento tonnellate di lingotti d’oro provenienti dalla Banca Wroklaw, documenti e altro materiale su un treno del quale si persero completamente le tracce. I ricercatori del secondo conflitto sostengono che il convoglio potrebbe esser lungo 150 metri, dotato di protezioni e cannoni automatici e, molto probabilmente, contenere il famigerato tesoro polacco.
Il treno potrebbe valere, a oggi, circa 10 miliardi di Euro
La locazione del treno è però rimasta misteriosa per oltre 70 anni, dato che i nazisti costruirono nei pressi di Walbrzych molti chilometri di tunnel sotterranei adatti anche a nascondere, appunto, un intero treno.
Il progetto era denominato Riese (gigante in tedesco) ed era concepito per nascondere, originariamente, armamenti e truppe per proteggerli dai raid aerei delle incombenti truppe russe.
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La tomba del Ballerino Rudol’f Nureev sembra coperta da un Tappeto ma è un bellissimo Mosaico di MATTEO RUBBOLI

A poca distanza da Parigi si trova il Cimitero ortodosso di Nostra Signora dell’Assunzione (Sainte-Geneviève-des-Bois) che ospita moltissimi russi ortodossi morti e sepolti vicino alla capitale francese. Fra questi si trova anche Rudol’f Chametovič Nureev, uno dei più grandi ballerini e coreografi del XX secolo, che riposa in una tomba decisamente particolare.
Il sepolcro è infatti coperto da un mosaico a forma di kilim kazako, un tappeto di grande pregio che viene tessuto come un arazzo, e che il geniale artista russo amava particolarmente. L’opera in mosaico fu progettata dallo scenografo Ezio Frigerio e realizzata materialmente dallo studio Akomena, di Ravenna, in modo che la riproduzione del tappeto di Nureyev sembri formare una cassa sottostante. La bara del ballerino si trova sotto al livello della terra, ma la perfezione delle pieghe del tappeto suggerisce che invece si trovi fuori, posizionata sul terreno.
L’opera è composta da migliaia di tessere che mostrano 20 tonalità di rosso e ben 10 tonalità in oro, oltre a diversi altri colori fra i quali dominano altre molteplici tonalità di blu. La scultura, che è fredda come il marmo che ricopre, crea l’illusione mentale di esser composta di un tessuto caldo quando invece è, in effetti, soltanto un’opera in pietra.
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Rudol’f Nureev, che in vita ottenne un enorme riconoscimento per le proprie doti sia di coreografo sia di ballerino, morì a Parigi il 6 gennaio 1993 in seguito alle complicanze dell’AIDS, malattia che ormai aveva afflitto gli ultimi anni della sua vita. Sepolto con un funerale in forma laica, insieme a lui vennero tumulate le sue scarpe da danza, che oggi riposano, insieme ai resti del ballerino, sotto la riproduzione in mosaico di un prezioso tappeto caucasico.
Dopo la morte tutte le sue ingenti proprietà furono messe all’asta, e oggi finanziano la The Rudolf Nureyev Foundation, fondazione che ha lo scopo di promuovere iniziative culturali e filantropiche, aiutare i ballerini anziani e supportare nuovi talenti, oltre a sostenere la ricerca sull’AIDS. (link) |
_________________ Preferisco le eccezioni - Wislawa Szymborska |
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liliana |
Oggetto: IAntica immagine di Indiana 09 Dic, 2019 - 14:26
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liliana |
Oggetto: I capovari dell'India antica 09 Dic, 2019 - 14:11
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A MENDRISIO I CAPOLAVORI DELL’INDIA ANTICA
20/11/2019 Beatrice Curti 0 Arte, Cultura,
Fino al 26 gennaio 2020 nel Museo d’arte di Mendrisio sarà possibile immergersi nelle suggestioni mistiche del subcontinente indiano, un luogo dove la quotidianità è da millenni permeata dal legame con le forze sovrannaturali che governano l’universo. Il progetto espositivo si concentra su quattordici secoli, dal II secolo a. C. al XII d.C.fondamentali per comprendere l’evoluzione dei tre maggiori culti dell’area indiana: induismo, buddhismo e gianismo. Circa ottanta reperti archeologici di altissimo pregio, donati da collezionisti provenienti da tutta la Svizzera, si snodano lungo un percorso formato da nove capitoli, ognuno legato a un aspetto delle affascinanti quanto complesse dottrine spirituali dell’India antica.
Lontani legami
Il rapporto tra India e Occidente esiste da tempi non sospetti: risalgono infatti al I secolo a. C. i reperti di fattura indiana ritrovati a Pompei, dimostrazione di come le relazioni tra il lontano Oriente e Roma fossero già affermate da commerci e scambi diplomatici, iniziati già in epoca ellenistica con l’arrivo di Alessandro Magno e del suo esercito alle rive dell’Indo. Tali rapporti sono testimoniati anche dalle influenze artistiche mediterranee riscontrabili in molte opere indiane del periodo.
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liliana |
Oggetto: Presepi e arte 03 Dic, 2019 - 08:05
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Pubblico interamente quest'articolo, per ricordare gli "artisti" che rimangono sconosciuti,pur creando con "vera arte,"personaggi che arricchiscono il Presepe:
di Rita Maria Stanca
C’è un quartiere in Italia che, per tutto l’anno, fa rivivere a grandi e piccini una magica atmosfera natalizia di altri tempi. Siamo nel centro storico di Napoli, a San Gregorio Armeno, dove da almeno quattro secoli, si tramanda l’antica arte presepiale. E nella famosa viuzza dei pastori, al civico 18, tra bancarelle e laboratori artigiani, la bottega della famiglia Di Virgilio, si dedica alla creazione di statuine in terracotta seguendo la tradizione del presepe napoletano dal 1830.
Al timone dell’azienda, che oggi conta tre laboratori artigiani a Napoli e 16 dipendenti tra familiari e collaboratori, c’è Genny Di Virgilio, quarta generazione di maestri dell’arte dei presepi. Fondata dal bisnonno specializzato nella realizzazione di pastori e statuine di Santi all’interno delle campane, in bottega, il giovane artigiano, fin da bambino, ha imparato a rubare con gli occhi dal nonno e dal padre segreti e procedimenti per modellare i pastori
«Sono cresciuto in bottega, qui ho cominciato a lavorare a 9 anni – racconta Genny – ». La tecnica per creare le statuine è rimasta la stessa dal Settecento ed ogni membro della famiglia Di Virgilio ha compiti precisi da seguire. «Io mi occupo di realizzare la testa in terracotta modellata manualmente e dipinta con colori ad olio – asserisce l’artigiano – mio padre crea mani e piedi di legno intagliate a mano ed il corpo in filo di ferro ricoperto di canapa. Le stoffe tradizionali vengono cucite in bottega da mia madre e mia moglie insieme altre tre sarte».
Tradizione ed innovazione e passato e presente si fondono in bottega. Qualche anno fa, Genny ha avuto l’intuizione di porre all interno della tradizione secolare familiare l’attenzione su fatti e personaggi che caratterizzano l’attualità.Genny racconta:
"Terminato il liceo artistico, iniziai a studiare la storia della tradizione presepiale, e scoprii che già nel 700, Ferdinando II di Borbone, si fece fare la sua statuina per il proprio presepe da un grande artista dell’epoca».E così, nell’ultracentenario laboratorio prendon vita pastori, il bue e l’asinello, i Re Magi, zampognari, il pescivendolo o la tarallaia ed accanto alla Natività compaiono anche le statuine di personaggi del mondo dello spettacolo, del calcio come Javier Zanetti e Francesco Totti e della politica contemporanea come Renzi, Berlusconi, Angela Merkel o Donald Trump. «Non esiste un vip che non abbia una mia statuetta in casa o in ufficio – ironizza" – .
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