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Scugnizzo Oggetto: NAPOLI CONTINUA  24 Dic, 2007 - 09:46  Profilo Rispondi citando   

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Ecco alcune delle testimonianze dello stato
di abbandono delle opere d'arte tramandatoci
dai secoli di storia infinita




Questa è PORTACAPUANA


PORTACAPUANA il portale


PORTA SAN.GENNARO
oltre queste vi sono ancora tante altre porte
poichè Napoli era racchiusa entro queste porte

Scugnizzo

Scugnizzo Oggetto: NAPOLI L'ASSURDO  24 Dic, 2007 - 08:44  Profilo Rispondi citando   

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Un sincero augurio a ROSSELLA 49 con infiniti ringraziamenti x il gentilissimo pensiero.

NAPOLI l'incarnazione dell'assurdo,contradditorio,
incongrueze,e disparità infinite,amore,odio e tanta pena.
Una citta che ad ogni angolo viè una testimonianza di
storia un pezzo d'arte sepolte nell'immondizia e nella
trascuratezza,
Il 15 Giugno 1484 fu inaugurata l'estensione muraria aragonese per volere di Ferrante I d'Aragona, questa era composta di 22 torri cilindriche che partendo dal Carmine e risalendo l'attuale C.so Garibaldi giungeva alla nuova posizione della ricostruita Porta Capuana, su un progetto di Giuliano da Majano, quindi percorreva via C. Rossaroll per volgere ad ovest e ricongiungersi con Porta S. Gennaro.
Di fianco la cinta muraria e la Porta Capuana in una stampa del 1663
La Porta Capuana è ben conservata e visibile in tutto il suo splendore contornata delle due torri cave denominate Onore e Virtù.



Sopra e di fianco si ammirano la Porta per intero ed il particolare del suo arco sormontato dallo stemma del Ferrante d'Aragona, la Porta fu terminata nel 1488 e vi fu apposta la scultura dell'incoronazione del re aragonese, tale scultura fu poi successivamente divelta con l'arrivo dei nuovi padroni spagnoli qualche secolo dopo.

Ciò che invece resta delle torri e della muratura versa in pessime condizioni, vittima dell'edificazione selvaggia come in via G. Leonardi Albanese, dove la torre è abitata e le mura fungono da fondamenta.

Altre torri sono ancora visibili su via Rossaroll e sulle strade ad essa adiacenti e sono in stato di completo abbandono pur essendo vivida testimonianza di quella città che era definita in tutte le cartografie la "Napoli Gentile". Le vediamo fotografate in basso.

Scugnizzo








N

Rossella49 Oggetto:   23 Dic, 2007 - 13:42  Profilo Rispondi citando   

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Caro Scugnizzo mi piacerebbe venire a Napoli a vedere le sue opere d'arte.....Intanto Buon Natale a te e alla tua famiglia.....




Pieter Bruegel
Adorazione dei Re Magi nella neve

L'arte di Bruegel descrive le manifestazioni della vita: proprio in queste egli ricerca, e trova, lo stravagante e il grottesco. Poco gli importa di mostrare i fatti e gli uomini come dovrebbero essere.

L'inverno è un soggetto molto rappresentato da Bruegel, esprime una dolce e profonda intimità. Qui è anche evidente la rappresentazione del villaggio fiammingo, altro elemento tipico della sua pittura, con i suoi abitanti presi nelle loro fatiche quotidiane, le gioie e le pene.

La scena dell'adorazione è relegata in un angolo, in secondo piano rispetto agli eventi. È la quotidianità ad occupare la scena; la quotidianità così cara all'artista da meritare una descrizione ricca di particolari.



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lacasadigiulia
Scugnizzo Oggetto: SPACCANAPOLI  23 Dic, 2007 - 09:56  Profilo Rispondi citando   

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Nell'occasione del Santo Natale x chi avendo
l'opportunità di passare o andarci x visitarla
Napoli riserva sempre delle piacevole sorprese
anche hai propi cittadini.

Via San Gregorio Armeno


Napoli e 'o presepio: il legame è indissolubile. La caratteristica strada dell’artigianato presepiale è Via San Gregorio Armeno. Una strada detta platea nostriana perchè qui il XV vescovo di Napoli, S. Nostriano, fece costruire le terme per i poveri. Il vescovo Agnello vi edificò invece la prima basilica cittadina. Questa chiesa è ancora oggi visitabile, seppure interamente modificata. La strada ha mantenuto nei secoli una straordinaria vitalità: è un luogo cardine di Napoli, capace di connettere il vero centro della città antica, oggi identificabile in parte con piazza S. Gaetano, con le principali arterie, come via S. Biagio dei Librai e via Tribunali. Potremmo definirla come il centro artistico e culturale di un tempo: nel passato qui si susseguivano le botteghe di artisti, pittori, scultori, argentieri, intagliatori, doratori, che con la loro sapiente arte hanno reso famosi chiese e palazzi. E bisogna ricordare che nei pressi di questa strada, a via S. Biagio dei Librai, in un palazzo in cui si accede anche da S. Gregorio, un libraio diede i natali a Gian Battista Vico. Più avanti, presso piazza S. Domenico Maggiore, una lapide ricorda la dimora di Francesco de Sanctis; nello splendido Palazzo Filomarino, inoltre, visse lo stesso Benedetto Croce. Ma San Gregorio Armeno va ricordata soprattutto per la fiorente produzione di pastori in terracotta. Ed ecco i Ferrigno, i Giannotti, i Maddaloni: tutti di antica tradizione familiare. Moltissimi ogni anno i visitatori che da tutto il mondo arrivano ad affollare la via, che per la Fiera dei Pastori di Natale si carica di un’atmosfera di grande fascino. Non può mancare una visita alla Chiesa di S. Gregorio Armeno, legata alla devozione popolare. Particolare rilevanza ha il culto delle tante reliquie del sangue, variamente soggette a liquefazioni o rosseggiamenti in certe ricorrenze tradizionali, come per S. Protaso, S. Pantaleone, S. Stefano, S. Lorenzo, S. Patrizia, S. Girolamo e S. Giovanni Battista. La costruzione ebbe inizio nel 1574, anno in cui la badessa Donna Giulia Caracciolo pensò all'erezione di una nuova chiesa, consacrata nel 1579 e l'anno successivo dedicata a S. Gregorio, come ricordano le iscrizioni nell'atrio. La facciata presenta tre arcate a bugno di piperno, sormontate da quattro lesene toscane con fregio dorico e tre finestroni. Si accede all'interno mediante un portale di noce con intagli a rilievo dei quattro evangelisti e dei Santi Stefano e Lorenzo. La chiesa è ad una sola navata, con cinque arcate per lato, alternate a pilastri compositi. L'interno fu affrescato da Luca Giordano nel 1679, in occasione del primo centenario della sua costruzione. Sul muro d'ingresso è narrato l'arrivo delle monache greche a Napoli. Lateralmente possiamo notare due quadri di Silvestro Buono, che raffigurano i santi Girolamo e Francesco. Tra i finestroni ammiriamo scene della vita di San Gregorio affrescate dal Giordano. Alcune delle cappelle conservano colonne corinzie di marmo rosa appartenenti alla veste cinquecentesca. Nella prima a destra ammiriamo un'Annunciazione attribuita a Pacecco de Rosa, un'antica statua di S. Donato in legno colorato ed un'altra di S. Apollonia. Nella seconda cappella vi è una tela raffigurante la Vergine con i Santi Pantaleone ed Antonio, attribuita al Sarnelli. La terza cappella è dedicata a S. Gregorio Armeno: sull'altare vi è una tela opera di Fracanzano. La quarta cappella conserva una tela di Niccolò Malinconico, rappresentante la Vergine del Rosario. Dal lato opposto, la cappella accanto all'organo è dedicata a S. Benedetto: la tela che lo raffigura è attribuita al maestro spagnolo Ribera. Interessante una miracolosa immagine del Cristo, scultura lignea del tardo '400 che pare appartenesse alla vecchia chiesa e che Pane definisce "immagine drammatica e splendida". Magnifico è l'altare maggiore, opera di Dionisio Lazzari, la cui balaustra rappresenta un mirabile esempio dell'artigianato partenopeo per i trafori in marmo bianco. A destra si nota una grande raggiera di ottone che sormonta una tripartita, superba realizzazione dei maestri ottonari napoletani. E’ il comunichino della badessa dietro il quale le monache ascoltavano la messa. Da notare anche il soffitto ligneo iniziato nel 1580: intagliato e dorato, contiene pitture di Teodoro Fiammingo. Bella la sacrestia dalla volta affrescata di De Matteis e definita una “stanza di paradiso in terra”, tra lo splendore degli arredi e degli argenti. Tipo
culturale

Scugnizzo





Rossella49 Oggetto:   22 Dic, 2007 - 14:20  Profilo Rispondi citando   

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la natività vista da
Paul Gauguin
Te tamari no Atua


1896


Il quadro risale al periodo che l'artista trascorse a Tahiti e rappresenta una trasposizione di immagini cattoliche in ambiente polinesiano. Nell'anno 1856 Gauguin ebbe un figlio, e in quest'opera si scorge anche l'intensità con cui egli visse l'evento familiare.

Gauguin interpreta la Natività. Maria ha il volto caratterizzato dai tratti indigeni, giace su un letto dall'intenso colore giallo. Un'altra donna tiene il bambino in braccio. Sullo sfondo, a destra, due buoi vicino ad una mangiatoia ripropongono un altro elemento iconografico tipico delle Natività.

Ciò che colpisce di questo quadro è soprattutto la semplicità della scena, che crea un'atmosfera di tranquilla contemplazione di un evento sospeso tra il sacro e il quotidiano.









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Rossella49 Oggetto:   22 Dic, 2007 - 13:38  Profilo Rispondi citando   

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Carissima Lella, sono io che devo ringraziare te per la bellissima musica che sempre ci proponi e che allieta tutte le mie giornate. Buon Natale anche a te.
E adesso ti dedico una chicca...il primo presepe inanimato.... il più antico del mondo....



di Arnolfo di Cambio realizzato intorno al 1290

Il presepe, probabilmente di marmo di Carrara, fu realizzata tra il 1290 ed il 1292 per volontà di Papa Niccolò IV (1288-1292), primo francescano a salire sul soglio di Pietro, particolarmente devoto al culto della Natività come insegnato da Francesco d’Assisi a Greggio, con lo scopo di rinnovare il culto alla 'Sacrosanta Reliquia della Mangiatoia' conservata nella Basilica. Della celeberrima realizzazione architettonica e scultorea dell’artista fiorentino restano solo alcuni personaggi: San Giuseppe, il Bue e l’Asino, e i tre Magi, quali superstiti testimonianze di un più complesso apparato decorativo che ha subito numerose manomissioni nei secoli, prime tra tutte quella di Domenico Fontana, per volontà di Papa Sisto V, che nel 1590 rimuove l’intera Cappella, risalente a Papa Teodoro I (642-649) e la 'riposiziona' sotto l’altare della Cappella Sistina in corso di costruzione.

Si può ammirare a Roma in S. Maria Maggiore dove è oggetto di restauro...




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lella51 Oggetto:   22 Dic, 2007 - 11:22  Profilo Rispondi citando   

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Meravigliose le immagini che ci proponi
ed ancora più bello l'aver risvegliato questo topic,
per tanto tempo trascurato.
Grazie Rossella
Buon Natale




Rossella49 Oggetto:   22 Dic, 2007 - 07:26  Profilo Rispondi citando   

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"La natività" Museo del Padro Madrid


Federico Fiori detto il Barocci( 1535-1612) Pittore manieirista


DIO IN FASCE

di Federico Garcìa Lorca


E così, Dio scomparso, che voglio averti.
Piccolo cembalo di farina per il neonato.
Brezza e materia unite nell'espressione esatta
per amor della carne che non sa il tuo nome.

E così, forma breve d'inefferabile rumore,
Dio in fasce, Cristo minuscolo ed eterno,
mille volte ripetuto, morto, crocifisso,
dall'impura parola dell'uomo che suda.






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Rossella49 Oggetto:   20 Dic, 2007 - 21:35  Profilo Rispondi citando   

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A. Sisley


Il cielo è basso

Il cielo è basso, le nuvole a mezz'aria,
un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi.
Un vento meschino tutto il giorno si lagna
di come qualcuno l'ha trattato;
la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere
senza il suo diadema.
(E. Dickinson, Poeti americani)


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Rossella49 Oggetto:   19 Dic, 2007 - 14:44  Profilo Rispondi citando   

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Monet



La neve cade

La neve cade, la neve cade.
Alle bianche stelline in tempesta
si protendono i fiori del geranio
dallo stipite della finestra.
La neve cade, la neve cade
come se non cadessero i fiocchi,
ma in un mantello rattoppato
scendesse a terra la volta celeste.
La neve cade, la neve cade,
la neve cade e ogni cosa è in subbuglio:
il pedone imbiancato, le pinete sorprese..

Boris Pasternak


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Kinkaku 19 Oggetto: Nostalgia  15 Gen, 2007 - 16:42  Profilo Rispondi citando   

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Le infiorescenze dei salici si sono disperse
ma il mio amico non è ancora tornato.
I fiori del pruno e gli usignoli se ne sono
andati, restano solo i miei sogni.
Ho speso diecimila denari per il vino della capitale
e me ne sto alla balaustra a guardare
le peonie sotto la pioggia primaverile.



* * * * * *
CiaoLili Oggetto:   17 Giu, 2006 - 06:05  Profilo Rispondi citando   

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ciao NEREO, che piacere trovarti qua...complimenti per il tuo quadro, attendiamo gli altri...a me piace molto quello del torrente che scorre fra grossi scogli...dal tuo avatar deduco che ti piacciono i gatti...anche a me, tanto! Ciao, Lili.

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Il mondo è un enorme teatro all’aperto dove, sullo sfondo d’una scenografia naturale, si rappresentano commedie, drammi e tragedie. Noi siamo attori e pubblico. L.Batà
fumonero Oggetto: ....i miei quadri  16 Giu, 2006 - 22:57  Profilo Rispondi citando   

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http://www.hostfiles.org/files/20060616105032_lfoto.jpg

....mah!, chissà se viene l'immagine del quadro?

magari a metterla ne topic dedicato all'ARTE potrebbe sembrare un po' presuntuosetto, no?... embè?....gli "artisti" hanno tutti una rotella fuori posto....

(bisogna cliccare l'indirizzo ....ma prima non lo sapevo! )

_________________
.......fin che la barca va......
mela 18 Oggetto: definizione di cultura  27 Mag, 2006 - 12:50  Profilo Rispondi citando   

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Forse potrà piacere questa definizione di cultura: La cultura non è da confondere con l'imparaticcio, che si può acquistare nel self-service dell'alimentazione noziononistica. La cultura è un lentissimo, pazientissimo arricchimento interiore dovuto alla frequentazione dei grandi spiriti, alla familiarità con i grandi argomenti; qualcosa che, trascurando le date ed i dettagli, va diritto all'anima delle cose e permette di partecipare con occhi più aperti e mente più consapevole alla realtà del tempo.
L'ha scritta Clara Grifoni. A me è sembrata straordinaria. Saluti a tutti

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stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia.
Vabene Oggetto: La cultura!?  27 Mag, 2006 - 10:52  Profilo Rispondi citando   

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Sheshe,leggo solo ora il tuo intervento.Certo il tuo è un modo di intendere e considerare la cultura.Nel tempo e valutando la questione sul piano dei rapporti interpersonali e sociali,mi sono fatto una convinzione,diciamo utilitaristica,della cultura.Ero e sono sempre impressionato dalla capacità di persone poco o per nulla istruite,magari erano analfabete,di affrontare con competenza e capacità risolutiva problemi che altri più istruiti(ho presente ad esempio un pastore sardo,negli anni '50 padre di un mio amico,che aveva portato i figli all'istruzione,uno addirittura professore universitario)non erano enon sono in grado di affrontare.L'esperienza,la riflessione e le deduzioni,come modo di essere e di vivere,aveva creato una consapevolezza che,nel proprio ambiente,era vera e propria cultura,vale a dire capacità di valutare e risolvere situazioni e problemi,anche per altre persone e per la collettività.Non solo per questo,ovviamente,ma da una serie di valutazioni concrete e teorizzate nell'ambito della concezione di "sviluppo umano e sociale" identifico la cultura con la consapevolezza,più o meno profonda.

L'istruzione e l'erudizione,la conoscenza per intenderci,può essere un mezzo(uno dei mezzi) per giungere ad una sempre maggiore e più profonda consapevolezza ma,se non viene adeguatamente utilizzata rimane,appunto culturalmente sterile,non produce e produce poco consapevolezza(cultura).Per questo le manifestazioni,definite genericamente culturali,ritengo siano tali se,concretamente consentono alle persone(ai cittadini se riferite all'ambito pubblico) di accrescere la loro consapevolezza individuale e sociale. Diversamente,sempre a mio avviso,possono essere considerati nell'ambito dello svago e dell'intrattenimento più o meno piacevole, ma fuochi di paglia che non producono,appunto, consapevolezza(cultura).Ma, ovviamente ,quanto considerato è solo una impostazione,non solo mia,che serve anche ed in particolare per valutare e promuovere attività ed interventi di sviluppo umano e sociale che creino quella che definisco autopropulsività(capacità di valutare ed operare con i propri mezzi)individuale,familiare e sociale. Ho comunque molto apprezzato il tuo intervento perchè è molto difficile,lo dico per esperienza,affrontare non superficialmente la questione.Quasi sempre si tira via,a volte con fastidio(da parte degli erudti in particolare) dando per scontato che istruzione,più o meno elevata,corrisponde a cultura(consapevolezza).Non è così purtroppo,nemmeno nel saper gustare,come tu proponi,conoscenze ed istruzione come elementi di arricchimento personale.

Saluti cordiali da Vabene
sheshe Oggetto:   24 Mag, 2006 - 19:23  Profilo Rispondi citando   

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Caro Vabene,non è facile definire cos'è la cultura.E talmente soggettivo.
A parte definizioni da dizionario credo,secondo mè,sia il piacere di sapere,l'interesse sempre ad apprendere,mantenere con letture quello che si è studiato con interesse(..non tutto si va a rivedere nell'arco della vita),ma se si ha un forte interesse,si legge sempre su argomenti,i più disparati,approfondendo di più alcuni e meno altri, Andare a dormire col libro in mano,e perchè no partecipare a mostre,conferenze ,ad ascoltare tutto quello che ci interessa,anche nuovo.
Un uomo colto non è solo quello che ha studiato ma colui che è sempre curioso di tutto,e si alimenta ..sempre.
Quando si parla con qualcuno,che bello se la conversazione porta a parlare di tante argomenti ,rimanere incantati nell'ascolto e per contro riuscire ad alimentare di proprio la conversazione e constatare che si è imparato qualcosa di nuovo,il tuto in un'atmosfera non saccente.
Cultura è anche non andare alla scoperta solo di una spiaggia lontana..ma conoscere l'arte,i costumi,la storia le tradizioni del luogo durante un viaggio.
Spesso mi è capitato di vedere persone disinteressate a tutto questo.. e ti garantisco,persone gradevoli ma..salti mortali per mantenere una conversazine,fuori dai soliti schemi spiccioli.
La cultura è una bella compagnia,perchè rende la vita stimolante.
Questo non vuol dire non parlare anche di cosette spicciole..allegramente.

Sheshe

Vabene Oggetto:   21 Mag, 2006 - 20:57  Profilo Rispondi citando   

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Sono interessato a sapere cosa si intende per cultura,da parte di una plurarità di persone che frequentano questi forum.E' noto che le definizioni non sono poche ma ho la sensazione che il termine,prescindendo dei contenuti,sia sempre più abusato e si qualifichino come manifestazioni,attività ed espressioni culturali iniziative diverse,anche artistiche,che non lo sono affatto.Si spendono anche tanti soldi,pubblici in particolare,ma anche privati,giustificati della pubblicità per qualche ditta o prodotto qualificando, appunto, come culturali manifestazioni che rappresentano solo una forma di intrattenimento,anche quando è apprezzabile..

Saluti da Vabene
Cesare1° Oggetto: La mia perdita di tempo  21 Mag, 2006 - 08:57  Profilo Rispondi citando   

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ciao!
SBARIANNE, SBARIANNE........= GIROVAGANDO NEL WEB (IN QUESTO CASO)
IL CASO DI UN ASINO COME ME, mi è venuta la voglia di trascrivere:
Il Blog e’ l’anima della Rete
di Amneris di Cesare

“Blog” non è più una parola sconosciuta o incomprensibile. Ormai è entrata a far parte dell’uso corrente di molti, tra adulti e ragazzi. Se prima era considerata una sorta di onomatopeico tecnologico, oggi invece è sinonimo di libertà di espressione, sia essa informazione o creatività allo stato puro. Il blog non è più guardato con la diffidenza e l’ostilità dei primi tempi. Probabilmente ciò è dovuto a “giornalisti con l’anima” che hanno mostrato sulla rete come si possa narrare un fatto di cronaca e al contempo istillarvi il proprio coinvolgimento emotivo, senza peraltro alterarne il significato o la veridicità. Sicuramente ha contribuito a renderli tali, il modus descrittivo di realtà durissime e crude, illustrate in maniera semplice quando addirittura non fanciullesca di un pubblicitario di successo con la vocazione per l’altruismo e la volontà di conoscenza della verità “vera”, Enzo Baldoni con il suo Blogdhad, o di un giornalista “patentato” con il suo bisogno esprimere, di metabolizzare le emozioni date dai fatti del mondo, attraverso il confronto con i lettori del suo “diario”, Pino Scaccia con la sua Torre di Babele, ma un dato di fatto chiaro agli occhi di tutti è che i blog sono oggi l’anima della rete. La parte personale, emozionale e intima che mostra il volto nascosto e meno palese delle cose, dei fatti, delle persone.
Lo confermerebbe il Merriam-Webster's Collegiate Dictionary: La parola dell'anno 2004 è "Blog". Ciò è quanto risulta dalle statistiche su un’analisi che prende corpo dalle parole ricercate online durante l'ultimo anno, e la novità rappresentata dai blog (sotto il traino decisivo delle elezioni americane. La curiosità del web ha fatto sì che la parola “ blog” sia stata la più ricercata in assoluto.
Anche la carta stampata ha dovuto chinare la testa e rassegnarsi a parlare di blog. Accettare che essi esistono e che ormai sono diventati una realtà importante e a volte persino determinante nel quadro dell’informazione in generale. Sono quel “quid” che aggiunge colore e umanità alle notizie che vengono consegnate a raffica ogni giorno dai giornali e dalla televisione. Sono l’anima, il cuore di chi scrive per mestiere ma non solo. Sono il “terzo occhio” che permette al lettore esigente di capire al di là della notizia cruda e secca, il mondo di emozioni, gioie e dolori che si celano dietro i fatti, le lotte e le insistenze di chi non cerca informazioni solo per dovere ma soprattutto per amore di conoscenza e di verità. Un tempo, quando le immagini non si potevano veicolare con la facilità di oggi, e non potevano parlare, descriverne i fatti, era compito delle parole e di chi ne faceva uso, trasmettere l’umanità che inevitabilmente si cela dietro ogni notizia. Oggi, in un’era in cui le immagini sono le padrone assolute dell’informazione, e in qualche modo anestetizzano sensazioni e sentimenti, le parole e il modo in cui esse vengono usate hanno assunto il compito di mostrare ciò che non è più così ovvio, che spesso viene tenuto segreto per pudore o correttezza professionale.
Il rapimento e la drammatica successiva uccisione, del giornalista-pubblicitario Enzo Baldoni ha sicuramente attirato sui blog l’attenzione di molti neofiti, persone che prima non ne conoscevano l’esistenza. Ha mostrato la vera natura di un giornalismo coraggioso, che va oltre la protezione istituzionale per tentare di arrivare al nucleo centrale della notizia, della verità, anche a costo della vita. La vicenda di Pino Scaccia e del richiamo dell’ordine dei giornalisti per un commento pubblicato sul suo blog ha focalizzato l’attenzione di molti sull’importanza della libertà di pensiero di ognuno. Ma soprattutto hanno fatto capire che la Rete è anche un luogo dove poter apprendere, creare, esprimersi e farsi ascoltare, attraverso un veicolo di comunicazione che va oltre le immagini, che viaggia attraverso le parole e la creatività di ogni singolo che ne faccia uso, parallelamente o in alternativa ai media istituzionali.
Blog non è più una parola incomprensibile, sconosciuta: oggi si sta sempre più affermando come sinonimo di umanità. Varia, svariata, variopinta come lo è la libertà.

CHE NE DITE? NE E' VALSA LA PENA?
'u ciuccie
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Vabene Oggetto:   19 Mag, 2006 - 22:00  Profilo Rispondi citando   

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Posso,qui in cultura,proporre una riflessione e dare un suggerimento per qualificare i rapporti da parte di famiglie e persone nell'ambito della vita sociale ed arricchire nel contempo le proprie dotazioni artistiche?Si tratta di fare un investimento in arte,dove si abita,trovando un artista,pittore in questo caso,in grado di rappresentare avvenimenti remoti e recenti del luogo dove viviamo e magari siamo nati.Se ritente la cosa non del tutto improponibile, potrò,eventualmente ,presentare la mia esperienza e quella di altri amici.Per ora

Saluti da Vabene
Admin Oggetto: Arte  11 Mag, 2006 - 15:51  Profilo Rispondi citando   

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