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marialuna |
Oggetto: cerco titolo film 10 Apr, 2008 - 17:47
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Sto cercando il titolo di un film, cinese o giapponese, che ricordo per le scene in cui una ragazza a servizio di un ricco signore, istruita da una serva anziana, svolge con cura, amore, e anche piacere, le piccole faccende domestiche. Ricordo le scene in cui la ragazza prepara la frutta (papaia) da servire al padrone, nel cortile della casa, particolarmente toccanti. Poi la ragazzina cresce e alla fine il padrone s’innamora di lei. Mi sembra che il finale sia drammatico. Spero che qualcuno di voi riesca a trovare il titolo del film, anche senza troppi indizi. |
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..Lezioni di cioccolato 
Insensibile e senza scrupoli, Mattia è un cinico imprenditore edile votato alla fede del "risparmio come massimo guadagno". Dopo aver rinunciato a costruire i ponteggi di sicurezza per il suo cantiere, si ritrova improvvisamente a far fronte ai ricatti di uno sfortunato operaio egiziano (lo strepitoso Hassani Shapi), caduto da un tetto e costretto al gesso dalla vita in su. Ragione del ricatto, un concorso da cioccolataio da frequentare sotto mentite spoglie – quelle di Kamal appunto, impossibilitato a partecipare – in cambio di una non denuncia per le condizioni disumane del cantiere. Per Mattia, si apriranno le porte di un mondo sconosciuto fatto di integrazione culturale e di dignitosissima povertà, nel tentativo di redimersi dalla sua vita precedente ed evitare, al tempo stesso, una scottante denuncia alle autorità. C'era una volta il product placement, e c'è ancora. Ma in queste lezioni di cioccolato – nonostante il megaspot riservato a una delle industrie nazionali più proficue in fatturato e cioccolatini – c'è tanta commedia e tanta leggerezza, con una sceneggiatura e un cast degne di essere applaudite. Cè il sociale, il lavoro in nero – forse liquidato troppo in fretta nella prima parte del film – c'è una storia d'amore e d'equivoci che non piacerà ai palati più austeri, ma che di certo lascerà, usciti dalla sala, con un retrogusto di estrema tenerezza. C'è poi il cast, eccellente e dai tempi comici quasi perfetti, a partire da Luca Argentero – nella triplice veste di geometra, operaio e cioccolataio redento – a Violante Placido, terribile paladina della legge con qualche complesso di troppo. Eccellente, invece, la prova di Hassani Shapi, lo "Jedi" di Guerre Stellari e di Neri Marcorè, nei panni di un maestro cioccolataio in crisi sentimentale. Lezioni di cioccolato è un esordio di tutto rispetto, una commedia gustosa sulle qualità curative di uno dei dei derivati più amati al mondo. Qualità curative che, una volta tanto, fanno bene anche al nostro cinema. |
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_________________ lacasadigiulia |
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Ho deciso: non andrò a vedere il film di Antonello Grimaldi con Nanni Moretti e Isabella Ferrari. Essenzialmente perché ormai ho capito che, quando un film viene lanciato con tanto battage pubblicitario, quasi certamente è una delusione. Adesso ci si mette anche don Anselmi a dare gratuitamente una mano con il suo maldestro intervento sulla scena di sesso che sembra ormai essere diventata la vera icona del film. Per la verità non è proprio così: c’è anche la panchina nel giardinetto della scuola, dove lo squinternato protagonista decide di passare le sue giornate per stare vicino alla figlia. Il resto lo fa la nostra amata stampa, forse per dare una mano alla cinematografia nazionale, forse perché è diventata ormai una moda quella di dare la massima evidenza a qualsiasi starnuto venga dal vaticano. Forse perché foraggiata dal produttore. Oggi tutti i giornali riportano a grandi titoli la notizia; anzi, prima il commento (la CEI bacchetta, la CEI censura) e poi il fatto. E qual è il fatto!? E’ che don Nicolò Anselmi, responsabile della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per il settore giovanile, ha indirizzato ai giovani del raduno mondiale, che si terrà a Sidney tra qualche mese, una newsletter, un insieme di comunicazioni insomma, in cui ha inserito una sua riflessione. Non è un commento censorio, ma un invito di natura pedagogica rivolto ai ragazzi sul tema dell'affettività. All’interno di tale riflessione c’è una specie d’invito agli attori di valore (come vengono considerati quelli del cast di Caos calmo) ad astenersi dal girare scene di questo tipo, considerate diseducative. Non ne aveva il diritto il nostro incauto prelato? Certo che ce l’aveva! Teniamo presente che la scena incriminata non è una scena di passione, ma di semplice ginnastica erotica di tipo sodomitico. Anche quello spezzone (nel quale poi si distingue molto poco) pubblicato come video su You Tube, secondo me, altro non è che un espediente pubblicitario, un trucco di marketing; non può averlo registrato nessun altro se non qualcuno che era dietro il set. Ora, se la stampa non avesse sollevato tutto questo casotto, voi avreste mai saputo dell’esistenza di questa newsletter ai giovani? Perché prima ho definito “maldestro” l’intervento di don Anselmi!? Perché, secondo me, avrebbe fatto meglio a mantenersi sul generico, invece di citare un film proprio al momento del suo lancio, regalandogli quindi un supplemento di pubblicità. Che dire poi delle consuete, stucchevoli indignazioni isteriche dei cosiddetti intellettuali di sinistra, primo fra tutti il solito Dario Fo, il più grande premio nobel per la letteratura di tutti i tempi! Sembrano delle zitelle acide e starnazzanti. Fanno ridere. Beh, insomma, io quel film non lo andrò a vedere. Anche perché Nanni Moretti mi sta antipatico e non mi piace come recita. Forse gli riescono meglio i girotondi. Buona serata
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Margine |
Oggetto: 05 Feb, 2008 - 13:58
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L’ho visto anch’io il film e concordo in gran parte con quanto già detto da Assodipicche. Io però non direi del protagonista “stupido ragazzotto”: secondo me non è stupido chi cerca strade diverse e chi non si adagia acriticamente in un percorso di vita per lui già tracciato. L’abbandono di quella strada, lo spogliarsi francescano di ogni bene per permettersi rapporti genuini con le persone che incontra lungo il viaggio, il contatto con la natura incontaminata rappresentano la ricercà di sé, io credo, e la ricerca di un senso dello stare al mondo. Secondo me, però, è stata una forzatura inserire nella parte finale degli elementi mistici non preannunciati da nulla di quanto il protagonista aveva lasciato scritto nel suo scarno diario. Capisco che ci fosse la necessità di una chiusa della storia (e del film) che desse un senso alla morte del protagonista, però perché non dargliene un’altra o anche solo lasciarla più aperta, come probabilmente è stato nella realtà? Per quel che mi riguarda posso dire che ho apprezzato il risalto dato non solo al rapporto con la natura ma anche al rapporto fra le persone, quando questo non è mediato da sovrastrutture fatte di ruoli o di posizioni sociali. Esattamente il contrario dei rapporti che si instaurano fra le persone in questo sito che sempre di più mi pare stia diventando “il pianeta irritabile”. Ma credo che non sia un caso che qui ci sta di mezzo anche uno strumento che mette un ulteriore ostacolo alla comunicazione naturale e della cui presenza ci si dimentica troppo spesso.
Saluti Margine
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_________________ Nulla è più facile che illudersi perché l uomo crede vero ciò che desidera.
Demostene) |
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assodipicche |
Oggetto: A proposito di "In to the wilde" 05 Feb, 2008 - 12:33
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.jpg) Emil Davenport Hirsch, protagonista del film Ho provato un penoso senso di tristezza, alcune sere fa, nell’assistere a un servizio di”Chi l’ha visto” relativo al ritrovamento sotto una tettoia, nella pineta di Gorette vicino Cecina (Li) ,dei corpi di un uomo e una donna, morti per denutrizione e fors'anche per aver ingerito foglie di qualche pianta non commestibile, probabilmente oleandro (chi vuole approfondire clicchi qui ). Perché ne parlo, e –soprattutto- perché a proposito di cinema? Perché è un accostamento che mi è balenato subito in testa dopo aver visto il film, appena uscito nelle sale italiane, “In to the wilde”(sceneggiatore e regista : Sean Penn; protagonista: Emil Hirsch). La storia (realmente accaduta): Cristopher McCandless, promettente giovanotto della middle class americana, cui non manca nulla in termini di disponibilità economiche e future prospettive d’inserimento nella società, conseguito il diploma a pieni voti, decide di piantare baracca e burattini e di girare per gli States. Devolve tutto quello che ha in beneficenza (una bella sommetta), si disfa di ogni cosa, brucia carte di credito, carta sanitaria e d’identità, con due obiettivi: stabilire un genuino rapporto con la natura e lasciarsi alle spalle un mondo dominato dal consumismo, dall’arrivismo e da deludenti rapporti umani . E’ un ragazzo che riesce sempre a farsi benvolere e così, nel corso del suo girovagare, incontra personaggi-icona, che gli si affezionano e che lo invitano a fermarsi lì con loro. Ognuno di questi incontri è, per il regista, occasione di una storia nella storia. Come quella dell’incontro con un anziano ex militare, che ha perso la sua famiglia in un incidente stradale e che cerca di fargli percepire l’armonia divina esistente nella natura e nelle cose. Cerca anche di trattenerlo; ma lui, Alexander Supertramp (questa l’identità che si è dato) si rimette sempre on the road per raggiungere l’Alaska, dove conta di realizzare la sua utopia esistenziale, disperso nella solitudine di una natura totalmente incontaminata. Il suo viaggio dura tre anni, durante i quali lascia la sua famiglia priva di qualsiasi notizia. La madre e il padre, in comprensibile angosciata disperazione, tentano di tutto per rintracciarlo, ma senza esito. Messaggio conclusivo del ragazzo-eremita: ”La felicità non è tale se non è condivisa”. Il film è fatto bene; buona la regia, bellissime le immagini; originale e coinvolgente la colonna sonora ( di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam). Confesso però che durante la proiezione ho dovuto registrare più di un attimo di stanchezza (dura due ore e mezza) e che, quando sono uscito dal cinema, ho pensato: ecco, Sean Penn (che come attore mi è sempre piaciuto) tanto ha fatto che alla fine ha realizzato un film noioso sulla vita di uno stupido ragazzotto disadattato. Ma poi, discutendone con un amico, ho convenuto con lui che non mancano spunti meritevoli di approfondimento. C’è senza dubbio il tema del ritorno alla natura; dell’immanenza di un’impronta divina. C’è il ribellismo contro le cose che non si possono cambiare; c’è la voglia (fino al limite della crudeltà) di punire i propri genitori, perché c’è sempre qualcosa che non è andata per il verso giusto, qualche dettaglio che va loro rimproverato; c’è la mancanza di accettazione della vita ricevuta in sorte; ed altro ancora. Un buon lungometraggio, tutto sommato; ma non mi sentirei di raccomandarvi di non perderlo.

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Non lo garantisco..... ma provate a cliccare su questo Link e potreste gustarvi il film di Verdone: "Manuale d'amore"
Se ci riuscite, fatemelo sapere così posso inviarvi altri film o documentari interessanti da guardare nei momenti di relax....
La cosa più importante da sapere è che potete stare tranquilli da virus, non c'è nulla da scaricare nè tantomeno è illegale.... è facile come You Tube.... provare per credere.... Quando si apre cliccate sulla freccetta bianca ! Io l'ho provato e funziona !!!!!
http://www.stage6.com/user/MarcusFalco/video/1693829/Carlo-Verdone---Manuale-dell'amore-2 |
Ultima modifica di TittiMendoza il 05 Feb, 2008 - 12:35, modificato 1 volta in totale |
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Ultima modifica di assodipicche il 05 Feb, 2008 - 12:44, modificato 4 volte in totale |
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Ecco una chicca del grande Massimo Troisi. Come il nome può influenzare il carattere..... RICOMINCIO DA TRE - MASSIMILIANO.......
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_________________ Preferisco le eccezioni - Wislawa Szymborska |
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Se volete vedere un film delizioso...sceneggiatura...fotografia...colonna sonora...caratterizzazione psicologica dei personaggi...eccovene uno...non perdetelo... Un abbraccio... Francesca
"Sapori e dissapori"Remake di Ricette d'amore, questa commedia agrodolce (è proprio il caso di dirlo, considerando l'ambientazione culinaria) diretta da Scott Hicks sembra mettere subito in chiaro la propria natura: nonostante il trauma iniziale, non c'è niente di cui preoccuparsi perché tutto andrà come previsto, e il pubblico potrà uscire dalla sala felice e contento. Nulla di male, comunque, anzi è piacevole lasciarsi coinvolgere dall'atmosfera di questa New York tardo-invernale, immersa nelle ottime musiche di Philip Glass e impreziosita dalle note di Puccini e Paolo Conte, fra la sensualità del cibo (raffinato mezzo di seduzione) e il piacere ottenebrante dell'intimità affettiva. Sembrerebbe quasi un inno al lieto vivere, ispirato al presunto costume nostrano: d'altra parte, negli U.S.A. sono convinti che gli italiani trascorrano le giornate in cucina cantando l'opera, dunque è ovvio che cerchino d'imitare un simile stile di vita.
Sapori e dissapori, insomma, non evita i cliché più banali ma, al contrario, li offre esplicitamente e con una certa consapevolezza, seguendo e rispettando lo schema 'classico” delle commedie romantiche, da accogliere in pieno o da rifiutare, a seconda dei gusti. E – se è vero che l'impasto di lacrime e sorrisi arranca – non si può negare la simpatia dei protagonisti, entrambi in ruoli abbastanza insoliti (soprattutto Aaron Eckhart), e alcuni momenti riusciti, per un film gradevole e prevedibile, scritto e girato con garbo.
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Gli Onorevoli Anno 1963 Durata 106 Origine ITALIA Colore B/N Genere COMMEDIA Produzione GIANNI BUFFARDI PER JOLLY FILM Distribuzione UNIDIS - FONIT CETRA VIDEO, AB VIDEO, CENTER VIDEO, GRUPPO EDITORIALE BRAMENTE, CECCHI GORI HOME VIDEO
Regia Sergio Corbucci Attori Totò Antonio La Trippa, candidato del PNR Franca Valeri Prof. Bianca Sereni, candidata DC Peppino De Filippo Prof. Giuseppe Mollica, MSI Gino Cervi Sen. Rossani-Breschi, PLI Walter Chiari Salvatore Dagnino, regista TV Franco Fabrizi Roberto Ciccoletti, detto Robin Aroldo Tieri Saverio Fallopponi, intellettuale del PCI Riccardo Billi Portinaio Memmo Carotenuto Benzinaio Stelvio Rosi Il biondino Anna Campori Signora La Trippa Linda Sini Moglie di Rossani-Breschi Carlo Lombardi Presidente del PNR Mario Castellani Segretario Fiorenzo Fiorentini Propagandista Agostino Salvietti Nicola, il maggiordomo Mario De Simone Propagandista Franco Giacobini De Angelis Cristiano Cucchini Tonino, figlio di Rossani-Breschi Carlo Pisacane Abitante di Roccasecca Luciano Salce Un invitato Mimmo Poli Alberto Sorrentino Antonio Acqua Soggetto Bruno Corbucci Giovanni Grimaldi Sceneggiatura Bruno Corbucci Giovanni Grimaldi Renato Mainardi Vittorio Metz Vittorio Vighi Mario Guerra Fotografia Enzo Barboni Stelvio Massi (operatore) Musiche Armando Trovajoli Montaggio Roberto Cinquini Scenografia Aurelio Crugnola Arredamento Ennio Michettoni Costumi Nori Bonicelli Aiuto regia Ruggero Deodato
Trama Antonio la Trippa, monarchico romantico, cerca di ottenere voti per le elezioni nel suo paese natale. In casa e in città, però, nessuno gli dà credito e Antonio è addirittura costretto a fuggire, così deve abbandonare il suo sogno. L'onorevole Bianca Sereni, del centro moderato, durante la campagna elettorale, si innamora di un giovane scapestrato che finisce per sposare: perde le elezioni ma ha trovato marito. Il senatore Rossani-Breschi, di destra, conduce la sua campagna elettorale in modo salottiero, ma viene coinvolto nel gioco del figlio; trascinato nel ridicolo dovrà ritirarsi. Un giovane intellettuale di sinistra rinuncia ad ogni ambizione politica appena dall'America gli viene offerto un vantaggioso contratto. Il professor Mollica, di estrema destra, spera di conquistare l'elettorato con un discorso alla TV, ma, travolto da uno strano regista, finisce tra un gruppo di ballerine.
Critica "Che cosa puo capitare ad un aspirante deputato (...) risponde (...) in chiave satirica Sergio Corbucci con un bel numero di brillanti e validi attori. [...] Film gradevole e abbastanza spiritoso, in cui tutti i partiti sono presi di mira. (...) La più brava ci sembra Franca Valeri nelle vesti di una candidata democristiana". (S. Nati, "Intermezzo", 21/22, 30 novembre 1963)
"Si tratta di una scapigliata quanto sboccata satira delle elezioni politiche. L'umorismo non sempre convince, molte pagine sono di maniera, diversi spunti avrebbero richiesto ben altro mordente anche se qualche frecciata coglie nel segno". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 54, 1963)
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_________________ Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela. |
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tiziana |
Oggetto: 26 Set, 2007 - 08:14
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Uhmmmmmmmmmmmmmmm........... Ricordavo vagamente..."The village" e sono andata a controllare trama e recensione... Non è film per me...detto tra noi...qui è troppo buio di fuori di notte...c'è troppo silenzio...eheheheh...non è il genere che "mi fa bene"! Ciaooooo F. |
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marialuna |
Oggetto: The village 25 Set, 2007 - 22:11
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Cara tuffonelblu, sono felice di sapere che hai raccolto i miei suggerimenti e che l’illusionista ti è piaciuto. Capisco che il genere di Lady in the water può creare qualche perplessità. Un altro film interessante, dello stesso regista di Lady in the water, M. Night Shyamalan, è The village, del 2004, io l’ho apprezzato molto, anche se la critica l’ha fatto a pezzi, forse perché adoro quel genere di film. Tu l’hai visto? Piccolo accenno alla storia e alla critica: Gli abitanti di un villaggio simil-luterano immerso nei boschi vivono in armonia con la natura isolati dal resto del mondo. Non per tutti l'isolamento è una scelta, in quanto da tempi immemorabili l'ingresso nei boschi, popolati da misteriose creature, è vietato. Il giovane Lucius, insofferente verso una tale imposizione, sfiderà il divieto e risveglierà i tanto temuti esseri silvani. Il regista conferma la sua capacità di stupire a breve termine ma fa credere allo spettatore, illudendolo, che gli offrirà un banchetto completo per poi sfiancarlo a furia di antipasti. |
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Cara Marialuna...ho raccolto i tuoi suggerimenti e, se per quanto riguarda "The illusionist", ho apprezzato molto...soprattutto la colonnna sonora così coinvolgente e spennellata sulla storia...e quella fotografia ovattata che sa di fine Ottocento...su "Lady water" ho delle riserve, più che altro sul genere, perchè ambientazione e recitazione (Giammati è davvero straordinario...come un non-bello sappia affascinare col suo talento) mi sono piaciute molto. Grazie quindi delle indicazioni... Ciao Francesca |
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