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Pandora Oggetto:   12 Ott, 2006 - 02:44  Profilo Rispondi citando   

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Se non ho capito male, a me risulta che si tratta di una scuola privata, quindi pagata dalle famiglie come in tutte le scuole private, in attesa di autorizzazione ministeriale. Il punto di contr asto con le autorità scolastiche non sta nel fatto che sia privata e per bambini islamici , ma nel fatto che abbia iniziato le sue attività prima di ottenere il nullaosta.
E' evidente che per avere via libera la scuola dovrà attenersi ai programmi ministeriali, integrati da altre materie relative alla storia e alle tradizioni dei propri paesi di origine.
Concordo con le considerazioni di carattere generale fatte da Margine sul dirittto di mantenere memoria della propria cultura pur integrandosi in quella dei paesi di accoglienza. Aggiungo solo una informazione. In Italia da decenni esistono scuole private ebraiche, frequentate per altro, come qui a Torino, anche da bambini non ebrei. In queste scuole i programmi ministeriali sono integrati da corsi di lingua e di storia ebraica, sono riconosciute dal Ministero della Pubblica Istruzione e hanno validità a tutti gl i effetti.
Al di là quindi delle ragioni che hanno spinto ad iniziare l'anno scolastico prima di ricevere l'autorizzazione a farlo, mi chiedo perchè in questo caso non si debba ammettere che anche altri abbiano lo stesso diritto.


Ci sarebbero molte altre cose da dire su questo argomento, ma sono le 3 di notte....
Ringrazio Geronimo per averlo portato in discussione. Ne riparleremo ancora, per ora buonanotte

Margine Oggetto:   12 Ott, 2006 - 02:00  Profilo Rispondi citando   

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Non riesco a farmi un’idea circa l’apertura di scuola di cui parla Geronimo. In realtà non me ne sono interessata molto e so solo quel poco di cui parlano i telegiornali.
E’ una scuola pubblica? Se sì, come può un Dirigente scolastico decidere che sia solo per bambini islamici? E come vengono reclutati gli insegnanti? Sono italiani o cosa? Ed è possibile per un Dirigente reclutare docenti attraverso canali diversi dalle graduatorie del Provveditorato Scolastico competente? Viste tutte queste perplessità, sarei più propensa a credere che si tratti di scuola privata. Anche una scuola privata però deve avere, se non vado errata, l’autorizzazione dal Ministero perché possa rilasciare titoli di studi validi sul territorio nazionale. E allora, è davvero una scuola o è solo un luogo dove gli alunni impareranno sì, magari, a leggere e a scrivere ma sarebbero paragonabili ai bambini che vengono istruiti in casa e che alla fine di ogni ciclo scolastico devono sostenere un esame se vogliono vedere riconosciuto il grado di sapere raggiunto?
A parte tutte queste perplessità, io mi domando se ci sia tanto da scandalizzarsi se una comunità straniera desidera avere una scuola dove si insegni nelle lingua d’origine e in parte anche la storia della nazione o dell’area geografica di provenienza. So per certo che in molti paesi esteri esistono scuole italiane: in Arabia, per esempio, in Spagna, in Sudamerica... Bene, come fanno lì? Cosa studiano i ragazzi italiani, figli di gente che è emigrata, stabilmente o temporaneamente, in quelle nazioni? Ecco, sarei curiosa di sapere se a Il Cairo i ragazzi italiani studiano la storia dell’Egittto o la nostra, la loro letteratura o la nostra.. Io troverei ragionevole che studino un po’ di tutt’e due, perché se è bene che i giovani, attraverso gli studi, si dotino degli strumenti necessari per conoscere meglio il paese in cui si trovano a vivere, è giusto anche, secondo me, che non taglino di netto i ponti col paese d’origine, con la loro radici, con la loro identità. E non è questo che facciamo noi quando emigriamo? Non è importante e altamente consolatorio per un emigrante italiano il legame con la madrepatria, il ricordo, il mantenimento delle tradizioni? E perchè per le persone straniere dovrebbe essere diverso? Perché quando si tratta di loro esigiamo da loro un’integrazione immediata, un’abbandono drastico e senza ritorno di ciò che sono stati fino a ieri mentre se pensiamo ai nostri emigrati li immaginiamo portatori del diritto di essere fieramente loro stessi indipendentemente dal paese in cui vivono?
In quanto all’accenno all’assassinio di Hina da parte del padre, lo trovo fuorviante. Cosa c’entra la scuola con un padre che uccide la figlia? C’entra forse la scuola quando un diciottenne italiano ammazza la nonna per soldi o un marito quando uccide l’ex moglie perché ne è geloso? Hai notato, Geronimo, quante donne vengono ammazzate in Italia. E tu vedi solo Hina?
Guarda che so benissimo quale sia la condizione media delle donne nei paesi islamici e non mi piace per niente: donne sottomesse, donne succubi, spesso donne schiave. Ma stai sicuro, anche loro camminano, anche loro lottano, anche loro piano piano, magari confrontandosi con stili di vita differenti, riusciranno a conquistare la dignità che è dovuta a ogni essere umano. Noi donne dell’occidente ci abbiamo impiegato secoli e non siamo ancora alla fine del cammino: vuoi che loro ci mettano un mese?

Margine
geronimo Oggetto: A proposito di integrazioni.  12 Ott, 2006 - 00:34  Profilo Rispondi citando   

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In quel di Milano è stata resa operativa, invero ancora senza i relativi permessi, una scuola pubblica esclusivamente per bambini islamici.

Questa iniziativa mi lascia perplesso.

Sarà applicato il programma ministeriale? Integralmente o adattato ai loro usi e origini?
La Storia, per esempio, dovrà essere riscritta. Non posso pensare che riconoscano come eroi chi li ha sconfitti (Salamina, Lepanto, ecc)
E la letteratura italiana classica permeata com'è di cristianità (Dante, Manzoni, per citare i più importanti)? Verrà esclusa perchè antitetica al loro credo.
Se così non fosse non capisco il motivo per il quale non debbano frequentare le normali scuole pubbliche con coetanei che islamici non lo sono.

Sarebbe questa l'integrazione delle nuove generazioni extracomunitarie?
Sarebbero questi i futuri cittadini italiani a tutti gli effetti?

Se così fosse non stupiamoci se ci saranno altri padri che sopprimeranno altre figlie Hina o che, come minimo, verranno percosse se derogano dai loro canoni di costume e di
(in)civiltà.

Geronimo

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Sticla Oggetto:   03 Ott, 2006 - 17:31  Profilo Rispondi citando   

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Mi domando che adulta sarà la bambina Maria, sballottata come un fagotto di qua e di là...e quanta sofferenza devono subire tutti i bambini come lei, usati come merce di scambio, in disprezzo di ogni umana pietà.

lionheart Oggetto: un paio di "riflessioni" in tema d'adozione  03 Ott, 2006 - 11:46  Profilo Rispondi citando   

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Altre minime riflessioni sulla “quaestio” Maria


Lo Stato penetra sempre più profondamente di un tempo negli affari privati: dà regole ad un numero sempre maggiore di azioni, insediandosi ogni giorno affianco al cittadino per dare assistenza, consigli e costrizioni. Resta la domanda: perché tante riserve di fronte all’adozione? Perché non si mostra più tollerante verso chi incontra difficoltà procreative? Perché, di fronte a particolari difficoltà, non sperimenta vie alternative, differenti e tolleranti? Che non abbia, lo Stato liberale, compreso che il tollerare rende possibile il differente e che il differente necessita della tolleranza?
E ancora: perché non dare soluzioni tempestive a quelle procreazioni, inconsapevoli e casuali, che generano bimbi oggettivati e mai trattati come persone?

A pensarci bene, non esiste forse il rischio di una reificazione quando si considera il figlio come un prodotto, un oggetto o un soggetto, non tenendo conto dell'accoglienza, dall'amore, del rispetto a lui dovuto? Se si intende l’essere genitori non come un accadimento biologico ma culturale, un fattore propriamente umano, decisione consapevole in un progetto vitale, perché esistono norme con il potere di snaturare e guastare tale progetto? Mi soccorre, per fortuna, uno stupendo aforisma di Albert Einstein: “Ci sono due cose infinite: l’universo e la stupidità umana… e del primo non ne sono assolutamente certo”.

E’ vero che lo Stato deve procedere con cautela in assenza del legame genetico tra genitori e figli, ma pur mancando il vincolo di sangue nell'adozione, esiste tuttavia l’evidenza dei valori affettivi, le decisioni libere e volontarie tra i soggetti. Perché dovremmo ritenere scarse le garanzie, etiche e giuridiche, di tutela offerte per l’adottato?

Nello specifico della vicenda: è così difficile, per lo Stato, saper riconoscere che ogni persona ha una propria scala di valori che dovrebbe rispettare anche se non li approva?

Al Paese Lettone direi semplicemente questo: Credere nella libertà significa che non ci consideriamo i supremi giudici dei valori di un altro Stato, per quanto essi siano criticabili e disapprovati, finché, naturalmente, non infrangano i campi, egualmente protetti, dei diritti e dei valori altrui.

Lion

geronimo 10 Oggetto: Che gioia...  03 Ott, 2006 - 00:36  Profilo Rispondi citando   

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Oggi i TG hanno dato una notizia, come saprete, che mi ha colmato il cuore di gioia; non è poco per uno scettico quale io sono.
C'è la possibilità che Maria possa essere adottata addirittura dalla coppia affidataria purchè ne faccia domanda.
Per il direttore dell'orfanotrofio, lo stesso dove era ospite e dove è stata inviata, lo esclude sostenendo che sarà adottata da una famiglia bielorussa.
Se anche così fosse, sarei contento ugualmente: lo scopo è stato raggiunto.
Chissà, forse si è creato un precedente in tema di adozioni.

Geronimo


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geronimo Oggetto: ancora su Maria  30 Set, 2006 - 22:12  Profilo Rispondi citando   

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L'unico scopo che hanno raggiunto, Margine, è che non credo che avranno più in affidamento, non solo Maria, ma nessun'altra dalla Bielorussia; infatti, chi garantisce loro che la bambina cambierà istituto? e se fosse peggio?
Gli orfanotrofi sono tutti uguali e poi, chissà quante Maria hanno subìto, subiscono e subiranno violenze.
I provvedimenti che (forse) prenderanno per lei, dovrebbero prenderlo anche per queste ultime (ma sono un ingenuo solo a pensarlo).
L'unico rimedio, secondo me, è l' adozione in tempi molto brevi presso una famiglia: non importa dove, e allora si che quella ricchezza, che fai riferimento, diventa per Maria la normalità.

Geronimo

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Margine Oggetto:   30 Set, 2006 - 10:19  Profilo Rispondi citando   

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Sono un po’ d’accordo con te Geronimo e condivido alcune tue perplessità, però mi chiedo:è possibile che ci siano delle ragioni, alle volte, che superano quelle della legalità codificata? E la tutela della vita di una bambina non prevarica ogni altra ragione? Se è vero che Maria ha subito atti di violenza nell’Istituto dove aveva vissuto, se è vero -e non abbiamo elementi per decidere che non lo sia- che ha tentato più volte il suicidio, sarebbe stato più giusto lasciarla tornare al suo paese come se nulla fosse oppure tentare di far qualcosa per lei? Mi pare che il gesto di quella coppia abbia comunque raggiunto lo scopo, che non credo fosse quello di trattenerla indefinitamente qui: impensabile sperare di ottenere questo. Però non tornerà nell’Istituto dove ha subito violenze ma sarà inserita in un contesto diverso, che tutti si augurano migliore. E comunque si porterà nel cuore il ricordo di due persone che l’hanno così amata da sfidare le leggi. Per una bambina che finora ha avuto, a quel che sembra, quasi niente in termini di affetto, è una ricchezza.
Margine
geronimo Oggetto: L'insegnamento di Maria  30 Set, 2006 - 00:06  Profilo Rispondi citando   

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E così Maria è stata rimpatriata.
Parlandone con raziocinio, escludendo il lato emotivo, è il giusto epilogo di questa sofferta e travagliata vicenda, per vari motivi.
Non metto in dubbio la buona fede dei coniugi affidatari ma, secondo me, hanno intrapreso una strada sbagliata per risolvere il problema; o, forse giusta, come cassa di risonanza per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media.
Penso che si abbiano delle prove concrete per suffragare i presunti maltrattamenti denunciati dalla bambina. E la minaccia del suicidio? Non può essere l’estrema “ratio” per impressionare ed angosciare gli affidatari affinché le impedissero di ritornare in un freddo ed anonimo orfanotrofio? Inoltre, ovviamente, con queste vicissitudini, i genitori affidatari hanno messo a repentaglio i futuri affidamenti di centinaia di altri bambini.

Sono contrario agli affidamenti, non per principio, ma per l’estrema difficoltà a gestire i sentimenti che acuiscono, man mano che trascorre il tempo, costringendoti a ripetere continuamente: è solo un affidamento, non è mio figlio.

Geronimo


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geronimo Oggetto: Tolleranza?  29 Set, 2006 - 01:16  Profilo Rispondi citando   

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Non penso si possa equiparare l'attuale tipologia delinquenziale slava, nel nostro Paese, con la Mafia-Cosa nostra, italiana, in America nei primi decenni del secolo scorso. L'attività malavitosa, là, era perpetrata verso i propri connazionali (in Italia un caso simile è la mafia cinese); qui, invece, la malavita slava assalta, ruba, aggredisce ed uccide la nostra gente nelle proprie abitazioni.

Per quel che riguarda la tolleranza, a mio avviso, non è questo il problema ma l'integrazione: facile, se l'immigrazione è scaglionata nel tempo, difficile se da "calata dei barbari", come sta avvenendo attualmente. Il pericolo concreto è la perdita della nostra identità, gli usi. i costumi che svaniranno per essere sostituiti da altri. E la nostra gente lo teme.
Se poi ci mettiamo anche una diversa religione, ha ragione Gheddafi che profetizza l'islamizzazione del nostro continente nel giro di qualche generazione.

Geronimo


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scoscauro 12 Oggetto: Re: Possiamo provare anche noi.....?  27 Set, 2006 - 17:24  Profilo Rispondi citando   

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Vabene ha scritto:
Periodicamente al mattino,recandomi in posta incontro un gruppetto di musulmani vestiti con i loro "paramenti bianchi",vengono a dormire qui nel Paese appena fuori la citta per rientrare poi a Brescia con compiti e funzioni che non ho ben compreso ma che ritengo siano di collegamento ed assistenza tra gruppi diversi di loro correligionari. Li saluti sempre e li ho fermati brevemente per due volte.La prima per chiedere chi erano e come mai fossero in Paese e ieri per una forma,diciamo di provocazione.Ho chiesto cosa era questo sollevamento islamico nei confronti del Papa e dell'occidente in generale con periodici assassini,anche di persone inocue,negli stessi Paesi islamici.Si sono guardati tra di loro ed uno,quello più autorevole verosimilmente,ha rispostao che purtroppo loro si sono sentiti e si sentono provocati o peggio,disprezzati."Ma secondo voi di fronte a questi atteggiamenti nei confronti di cristiani ed occidentali nei vostri Paesi,come dovremmo comportarci?Possiamo sentirci autorizzati ad ammazzare qualcuno di voi , farvi chiudere i luoghi di culto,evitare le vostre esposizione(provocatorie per molti di noi) ed imporvi di non mascherare le vostre donne?.

Silenzio!Sguardi tra di loro."Tenete presente che qui siamo molto tolleranti,lo verificate anche voi(anche se vi sentite provocati per ben poco a confronto con quanto accade da voi),ma non è per stupidità ma per cercare di comprendere,notate bene cercare di comprendere ed a volte proprio non riuscianmo a capire .La nostra tolleranza ha tuttavia dei limiti che sono stati quasi raggiunti,cercate di non superarli perchè potrebbero esserci reazioni,non inumane e cruente ma che vi escludano dalla nostra vita civile e sociale che possiamo sentire minacciata". Stavano per allontanarsi senza rispondere e li ho richiamati."Non è necessario che mi rispondiate subito,pensateci un poco e poi ditemi quale è stata la vostra conclusione,la prossima volta che ci incontriamo". E' stata certo una provocazione,ritengo comunque educata nel tono e nel contenuto,ma questa sfilata di biancovestiti per il Paese ho voluto comprendere e voglio capire,cosa significa.Vedremo!

Saluti da Vabene


Egr. Vabene, la mia rispostra al tuo racconto non puo' che essere posito per il fatto che Lei abbia voluto " allacciare" un diagolo con queste persone di altri paesi-continenti. E questo va bene!!! anzi Benissimo.
Poi per giudicarci noi cittadini italiani non è facile anche perchè è vero che siamo piu' tolleranti di altre nazioni, ma è pur vero che al loro - primizi arrivi - tanti di noi iniziavano già a giudicarli negativamente. E poi, Carissimo Vabene, sarebbe opportuno ricordarci o meglio studiare il comportamento di tanti italiani che sono immigrati in America per lavoro.
Lì i " Nostri Furbacchioni " per fiortuna pochi nel suo complesso e nella vastità del territorio americano " Invaso", hanno creato la NAFIA e ripeto la MAFIA-COSA NOSTRA e sai quanti telitti- omicidii hanno combinato.
Forse la stessa tipologia delinquenziale che potrebbe crearsi questa voltà nel nostro territorio, similare alla Mafia, proviene da gruppi Slavi. E questo è già venuto a galla; principalmente nell'area del nord-italia.
Per cui continiuamo ad essere normali cittadini dando disponibilità ed anche un po' di tolleranza a questa gente come noi.
L'unica cosa che da parte mia NON TOLLERO è quello che loro non vogliono rispettare le regole / leggi di questa nazione ospitante. Vedasi il volto coperto che donne di certe culture/ nazioni vorrebbero avere circolando nei luoghi pubblici.
IL POTERE POLITICO DEVE STARE ALL'OCCHIO E SENSIBILIZZARE, COSTANTEMENTE, GLI ORGANI DI VIGILANZA ( POLIZIA-CARABINIERI- GDF ecc, ) A FAR RISPETTARE LE LEGGI.

Cordiali saluti.
Vabene Oggetto: Possiamo provare anche noi.....?  27 Set, 2006 - 14:40  Profilo Rispondi citando   

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Periodicamente al mattino,recandomi in posta incontro un gruppetto di musulmani vestiti con i loro "paramenti bianchi",vengono a dormire qui nel Paese appena fuori la citta per rientrare poi a Brescia con compiti e funzioni che non ho ben compreso ma che ritengo siano di collegamento ed assistenza tra gruppi diversi di loro correligionari. Li saluti sempre e li ho fermati brevemente per due volte.La prima per chiedere chi erano e come mai fossero in Paese e ieri per una forma,diciamo di provocazione.Ho chiesto cosa era questo sollevamento islamico nei confronti del Papa e dell'occidente in generale con periodici assassini,anche di persone inocue,negli stessi Paesi islamici.Si sono guardati tra di loro ed uno,quello più autorevole verosimilmente,ha rispostao che purtroppo loro si sono sentiti e si sentono provocati o peggio,disprezzati."Ma secondo voi di fronte a questi atteggiamenti nei confronti di cristiani ed occidentali nei vostri Paesi,come dovremmo comportarci?Possiamo sentirci autorizzati ad ammazzare qualcuno di voi , farvi chiudere i luoghi di culto,evitare le vostre esposizione(provocatorie per molti di noi) ed imporvi di non mascherare le vostre donne?.

Silenzio!Sguardi tra di loro."Tenete presente che qui siamo molto tolleranti,lo verificate anche voi(anche se vi sentite provocati per ben poco a confronto con quanto accade da voi),ma non è per stupidità ma per cercare di comprendere,notate bene cercare di comprendere ed a volte proprio non riuscianmo a capire .La nostra tolleranza ha tuttavia dei limiti che sono stati quasi raggiunti,cercate di non superarli perchè potrebbero esserci reazioni,non inumane e cruente ma che vi escludano dalla nostra vita civile e sociale che possiamo sentire minacciata". Stavano per allontanarsi senza rispondere e li ho richiamati."Non è necessario che mi rispondiate subito,pensateci un poco e poi ditemi quale è stata la vostra conclusione,la prossima volta che ci incontriamo". E' stata certo una provocazione,ritengo comunque educata nel tono e nel contenuto,ma questa sfilata di biancovestiti per il Paese ho voluto comprendere e voglio capire,cosa significa.Vedremo!

Saluti da Vabene
Vabene Oggetto: No,non sono rassegnato  24 Ago, 2006 - 16:29  Profilo Rispondi citando   

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Geronimo,non sono proprio rassegnato.Considera la conclusione del mio intervento,su cosa fare.Il problema "dell'invasione" è uno dei problemi che ci troviamo ad affrontare e non sarà mai troppo tardi quando i Paesi dell'Occidente si decideranno ad investire almeno il 10% del loro reddito per migliorare le condizioni del terzo e quarto mondo,riducendo le spese militari e di guerra(inutili e sempre più controproducenti,come è facilmente rilevabile dagli interventi degli "esportatori di democrazia con la violenza armata").L'"invasione" si può contenere,l'esempio dell'Albania,per quanto ci riguarda lo dismostra,almeno in parte.Ora è l'Europa che deve provvedere al contenimento ed agli investimenti nei Paesi di provenienza degli "invasori" in attesa che tutti i Paesi benestanti si decidano ad investire.

Mi dispiace ma non condivido proprio,come ho già più volte manifestato anche in questo forum,l'analisi e le conclusioni della Fallaci che ritengo superficiali e facilone,proprie di giornalisti cronisti( ne abbiamo avuti e ne abbiamo altri,su diversi versanti e non solo in Italia)che valutano fatti ed apparenze senza avere strumenti e mezzi culturali(consapevolezza)per approfondimenti sociali,politici ed economici.Scrivere bene non basta per formulare analisi e proposte ,è necessario avere una preparazione adeguata nei settori che si vogliono interessare e la Fallaci,come appunto tanti giornalisti,cronisti in particolare,non ha la preparazione necessaria.

Certo preoccupa il problema dell'invasione e quello degli estremisti arabo-musulmani ma,se possono e potranno crearci fastidi epocali non potranno proprio intaccare il nostro modo di essere e di vivere per le sue radici storiche ed anche,bisogna ben considerarlo,per la robustezza che lo caratterizza.Un fatto è certo:non potranno più puntare sulla sorpresa e questo toglie loro un potere che li ha illusi,anche se,come per i ladri,potranno ricercare ancora,per qualche decennio forme e mezzi per intimidirci con fatti drammatici,sempre meno facili comunque.Francamente,per il nostro futuro ed il nostro benessere temo molto di più l'avanzare dei due colossi asiatici:la Cina e l'India.Questi due colossi per i problemi in precedenza considerati non possono,di fatto,che essere dalla nostra parte perchè.pure loro,hanno,per ora solo in parte, i problemi degli arabi-musulmani.

IL rapporto con Cina ed India è entrato,con la prima in particolare,in circuiti non solo economici,ma profondamente politici(forme di gestione dello Stato con proposte e riproposte aggiornate del rapporto tra socialismo,in generale, e sistema capitalistitico).Rafforzare i nostri rapporti non solo economici ma anche culturali con i due colossi è sempre più importante e ,alla distanza,decisivo.In questo l'Europa ed anche l'Italia,si stanno muovendo,mi pare,abbastanza bene anche se lentamente.Ora le due potenze hanno bisogno di noi che non rappresentiamo un pericolo per loro e,per questo ,abbiamo molte opportunità.Mi auguro di non aver annoiato troppo.

Saluti da Vabene
geronimo Oggetto: C'è niente da fare...  24 Ago, 2006 - 00:34  Profilo Rispondi citando   

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Intuisco dal tuo commento, Vabene, una evidente rassegnazione al sempre più preoccupante e massiccio fenomeno dell'immigrazione nel nostro Paese.
Sono rassegnato anch'io, non fosse altro per l'inascoltato appello, trasmesso con le migliaia di copie vendute in tutta Europa, delle denunce della Fallaci.

Certo, l'immigrazione è una risorsa. Le nuove forze di lavoro ci permettono la sicurezza nell'erogazione delle pensioni ed anche l'accudienza personale mediante le badanti: non è poco per un Paese demograficamente anziano come il nostro.
Ma, ne vale la pena?

Il problema è la mancanza di integrazione con il Paese ospitante: sarebbe possibile se vi fosse in'immigrazione regolare e discreta, come la comunità cinese, per fare un esempio.

Ma il vero ostacolo è per coloro che seguono i dettami della religione islamica con i conseguenti usi e costumi che si tramandano di generazione in generazione.
Checchè se ne dica, sono incompatibili con la nostra civiltà e moralità (l'assassinio di Hina da parte del padre, a Brescia, giustificato dalla moglie - forse per paura - e dalla comunità islamica, la dice lunga).

Leggevo un articolo di Ida Magli su "Il Giornale" dove presagiva la morte della nostra civiltà nel breve periodo: nel suo piccolo ricalcava ciò che afferma la Fallaci.

E nessuno prende provvedimenti...

Ecco perchè sono rassegnato: sono seduto in riva al fiume in attesa che passi il cadavere, non del mio nemico, ma il mio.

Geronimo

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Vabene Oggetto: Certo....che fare?  23 Ago, 2006 - 16:55  Profilo Rispondi citando   

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Sheshe,tutti i Paesi benestanti del mondo sono invasi,in forme diverse,dai disperati affamati e pronti a tutto.Nei due secoli precedenti,ironia del destino,siamo stati noi Paesi europei ad invadere i Paesi "sottosviluppati",con quello che è stato definito colonialismo,spacciato come intervento civilizzatore ma concretamento rivolto a riversare parte della nostra disoccupazione e miseria in aree dove potevano essere avviati interventi per convogliare da noi prodotti dei quali i Paesi interessati erano ,o si ritenevani,ricchi.Nel dopguerra ricordo le partenze massicce di nostri concittadini per i Paesi del sudamerica,e di manodopera qualificata,tecnici ed operai, in tutti i Paesi nei quiali si avviava lo sfruttamento di risorse minerarie e petrolifere.Oggi si è invertita la parte e avvertiamo il grande rischio,con avvisaglie concrete,che il nostro benessere e la nostra stessa sicurezza possano essere messi in pericolo.

Ma cosa fare?Da sempre le invasioni per ricercare migliori condizioni di vita e quando le disparità si manifestavano con grande ed avvertita evidenza,non hanno potuto essere fermate,nemmeno con la forza delle armi.La grande invasione,storicamente a noi più vicina,quella barbarica della metà del primo millenio nemmeno con la forza di Roma ha potuto essere contenuta se non episodicamente fino alla conclusione che conosciamo.La maggior parte di noi oggi,se risale nel tempo,può trovare,negli stessi cognomi,ascendenze barbariche.La mia famiglia ha.,ad esempio discende nei Goti e tante altre dagli Ungari,dai Longobardi,ecc.

Recentemente uno studioso aglo-americano ha evidenziato,come l'Europa del Sud per grande parte .comprese regioni italiane,sia il frutto di una mescolanza arabo europea con prevalenza in molte aree di qualla araba(non è una grande scoperta,ma ben documentata ci dice come le invasioni caratterizzino ancora oggi la composizione della nostra popolazione e la stessa nostra cultura).Nulla di nuovo si potrebbe dunque dire ma,con questo,nion si affronta certo il problema che oggi ci sta investendo con forme di invasione del tutto nuove anche se potrebbero essere,teoricamente,facilmente contenute con la forza della armi(sparando sulle povere imbarcazioni e mandarle a fondo con il loro carico come sostenuto dai discendenti etnici dei barbari).

Ma se questo non si può proprio più fare,cosa allora?E qui si può aprire un'altro capitolo quello sostenuto da più parti e rivolto a combattare la miseria,la fame e le malattie,nei Paesi dai quali provengono i disperati che ci vogliono invadere.Si è calcolato che,nellarco di tempo di meno di dieci anni,investendo il 75% dei capitali destinati agli armamenti,comprese le spese indirette per le guerre e le distruzioni,si solleverebbero le condizioni del mondo e dei Paesi della miseria fermando sul posto "gli invasori".E',sarà, possibile? E chi può e deve avviare un processo simile?Non i popoli disperati certamente!

Saluti da Vabene
sheshe Oggetto: Un problema europeo...  22 Ago, 2006 - 19:06  Profilo Rispondi citando   

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Oggi il giornale LA STAMPA titola:

IMMIGRATI,è ALLARME INVASIONE

Continui sbarchi in Sicilia. Zapatero: centomila senegalesi pronti a salpare (per le Canarie)
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Una grande amarezza pensando agli annegati, un grande sdegno pensando ai mercanti di uomini, scafisti e company, una grande comprensione per chi è in cerca di una vita migliore, un grande sgomento pensando all'invasione, che pare non sia solo mio.

Mi sto rileggendo il libro della Fallaci,La Forza della Ragione, scrittrice che apprezzo per le sue precise documentazioni storiche, nonchè per vedere esattamente il pericolo e l'assedio di queste emigrazioni.
Leggo e rifletto....
Spero nessuno prenda questo come polemica..solo a ognuno il suo spunto di riflessione.


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Il cuore conosce delle ragioni che la ragione non conosce.
B. Pascal.


Ultima modifica di sheshe il 24 Ago, 2006 - 01:29, modificato 1 volta in totale
Vabene Oggetto: Le buone virtù umane,politiche e non,vanno oltre il tempo  04 Ago, 2006 - 10:29  Profilo Rispondi citando   

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E dai con la sinistra e la destra.Non hanno più senso,in particolare se usate con luoghi comuni e non con una visione del come organizzare la vita sociale(qui la distinzione si può sempre ben avvertire).Scugnizzo tu ritengo sei o ti ritieni onesto(sull'onestà bisognerebbe intendersi,non basta,ad esempio, rinunciare ad una prebenda per qualificarsi come onesto),forse?! qualcun'altro nella nostra società è pure onesto e,probabilmente,piu d'uno( o no?).Ma l'onestà(in tutte le possibili estensioni) non basta per fare un politico,ma anche una persona,capace e positiva per se e per la società.E allora cerchiamo di non banalizzare(lo dico a me stesso,ovviamente) alimentando i mogugni inutili.

Saluti da Vabene
Scugnizzo Oggetto: C?ERA UNA VOLTA  04 Ago, 2006 - 07:14  Profilo Rispondi citando   

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Ciao Vabene
Giusto ti dispiace.dispiace a me e chissà a quanti altri milioni di Italiani che oggi (badi bene dico oggi) nn vi sia un vero politico e che sia anche onesto,tu sei molto ottimista e credo che se ne
citeresti alcuni guarda caso sarebbero di sinistra .
Ho detto oggi nel senso che vi sono stati veri politici onesti
e capaci e fra tutti gradirei citare il grande grandissimo ENRICO DE NICOLA che a suo tempo rifiutò lo stipendio
unitamente hai previlegi e col tempo si ritirò dalla politica
x nn sottostare a compromessi.
SCUGNIZZO
geronimo Oggetto:   03 Ago, 2006 - 18:45  Profilo Rispondi citando   

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Perbacco, Scugnizzo, hai spaccato il capello in quattro. Con questa dovizia di particolari nessuno ti può contraddire.
Ti chiedo, se ne sei al corrente, a quanto ammonta in termine percentuale di PIL tutto l'apparato camerale e senatoriale

Geronimo

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Per coloro che sanno ascoltare, le voci parlano ancora.
Saupaquant, Wampanoag
Vabene Oggetto: Se non ci sono politici onesti,per definizione......  03 Ago, 2006 - 14:06  Profilo Rispondi citando   

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No Scugnizzo,mi dispiace ma se parti dal presupposto che non ci sono politici onesti è proprio inutile che io faccia nomi e cognomi del passato e del presente.........il pregiudizio non accetterebbe mai l'evidenza e la riterebbe,comunque,una mistificazione.Ripeto non è questione di appartenenze ma di etica e di moralità.C'è chi le pratica per convinzione,chi per finzione e chi proprio non le pratica affatto.Ognuno valuti con i parametri che vuole ma,per favore e per rispetto della razionalità e della logica, non generalizziamo e facciamo di "tutta l'erba un fascio",perche questo non solo non serve a comprendere ed rendersi conto ma mette in discussione noi stessi(che,vedi un poco,siamo i solo onesti....vero?).

Saluti da Vabene
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