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GLI EBREI NELLA STORIA (5) di Franca Tagliacozzo
Le espulsioni e le conversioni forzate
Nel Medio Evo, i mercanti ebrei, come già altri popoli del Mediterraneo, assumono il ruolo di intermediari tra Oriente e Occidente: importano spezie, seta, generi di lusso richiesti dalle alte gerarchie feudali.. Incomincia a stabilirsi un rapporto diretto, che si verrà diffondendo nel corso dei secoli successivi, tra mercanti ebrei e feudatari, e tra ebrei e sovrani delle nascenti monarchie nazionali. Nell'Europa occidentale gli ebrei più acculturati ne diventano consiglieri, mentre in quella orientale svolgono il compito di esattori di tasse e gabelle, ruolo questo che contribuirà a renderli invisi alle popolazioni. La protezione accordata dai sovrani in cambio di questi servigi va però a discapito ulteriore della libertà personale. Gli ebrei e i loro beni diventano possesso di cui poter disporre: non possono uscire dai confini senza esserne autorizzati e, sovente, vengono loro richieste ingenti somme di denaro per ottenere il permesso di residenza, pena l’espulsione.
Le espulsioni furono spesso utilizzate per cacciare gli ebrei dai propri territori e impossessarsi dei loro beni. Questo è quanto accadde con Filippo il Bello che, nel 1304, espelle gli ebrei dalla Francia, da cui poi vennero definitivamente banditi nel 1394. Altre espulsioni avvennero nella metà del Trecento dalle città tedesche, con conseguente migrazione della popolazione ebraica verso l’Europa orientale. Con i decreti di espulsione, e il conseguente esodo della minoranza ebraica, si diffonde la leggenda dell'ebreo errante costretto a vagare di terra in terra in seguito alla presunta maledizione lanciata da Gesù ad Ashaverus, che si sarebbe rifiutato di soccorrerlo sulla via della crocefissione
I sovrani Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia, dopo la riunificazione della Spagna nel 1492, emanarono un decreto di espulsione per gli ebrei, concedendo loro quattro giorni di tempo per lasciare il paese o per convertirsi. ( erano chiamati marrani coloro che accettavano il battesimo per sfuggire alle persecuzioni, ma che continuavano a praticare in privato la propria fede). In tal modo venne distrutta definitivamente la cosiddetta "età dell'oro" della vita culturale ebraica, fiorita nella Spagna araba tra l'VIII e il XIII secolo, epoca in cui il particolare clima di tolleranza e di pacifica convivenza consentì lo sviluppo di una cultura originale fondata sull'ebraismo, e aperta a influssi arabi e cristiani. Il decreto darà successivamente adito a Carlo V di codificare per gli spagnoli i requisiti della "purezza del sangue" e di giustificare la discriminazione nei confronti dei discendenti dei musulmani e degli ebrei convertiti. Gli ebrei spagnoli trovarono rifugio in Portogallo e in Navarra. Espulsi anche da questi paesi, molti di loro si stabilirono in Italia, integrandosi con le comunità già residenti.
La pratica delle conversioni forzate fu attuata nel corso del tempo anche dalle autorità ecclesiastiche. Le prediche coatte, tenute dai domenicani e introdotte nel 1278 da papa Niccolò III, dovevanono indurre gli ebrei alla conversione. Nel XVI secolo papa Gregorio XIII stabilì di sabato l’obbligo della predica in ogni luogo dove sia una sinagoga; gli ebrei di ambo i sessi sono obbligati a presenziarvi. La partecipazione è sentita come una forte umiliazione e gli ebrei oppongono ogni possibile resistenza, individuale e collettiva, per sfuggirvi. Per chi assiste dall’esterno, l’umiliazione degli ebrei diventa uno spettacolo. Tra il 1614 e il 1679 a Roma si registra una media di 10 battesimi coatti l’anno, come risulta dall’archivio delle Case dei Catecumeni . A Bologna, ancora nel 1858, è esemplare il caso del bambino Edgardo Mortara che viene sottratto a 6 anni alla famiglia, perchè battezzato segretamente da una domestica, e avviato alla carriera ecclesiastica col nome di Pio Mortara in onore del papa. Nonostante le proteste dell’opinione pubblica mondiale Pio IX, appellandosi al diritto canonico, approva e convalida l’accaduto. ........... (a cura della redazione di anziani.it)
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GLI EBREI NELLA STORIA (4) di Franca Tagliacozzo
Dalla discriminazione alle persecuzioni
Le discriminazioni nei confronti degli ebrei si vennero intensificando nel corso del Medio Evo. Dopo la conversione dei barbari al Cristianesimo la minoranza ebraica era rimasta l'unico nucleo non cristiano in una società dominata dalla forte struttura organizzativa della Chiesa . Nei riguardi degli ebrei la politica ecclesiastica fu oscillante tra la tendenza ad avvicinarli al cristianesimo e la tendenza a mantenerli in vita come popolo testimone delle sue origini, garantendone la presenza tra i cristiani, ma in posizione di inferiorità e di subordinazione. Il prevalere di questo secondo orientamento determinò una progressiva emarginazione , destinata a perpetuarsi in forme diverse nel corso dei secoli, e pose gli ebrei in una condizione di separatezza che contribuì ad alimentare, nell’immaginario collettivo, il pregiudizio nei loro confronti.
Sul piano ideologico la cultura ebraica fu continuamente repressa da divieti contro la lettura lo studio e la diffusione dei testi di preghiera e del talmud, i cui esemplari furono in più occasioni mandati al rogo. Alla discriminazione degli ebrei si ispirarono le leggi restrittive che vietavano loro di svolgere numerose attività lavorative vincolandoli obbligatoriamente ad altre e, soprattutto, la violenta propaganda tesa a diffondere accuse calunnie e pregiudizi, destinati nel corso dei secoli a radicarsi nella opinione pubblica e a favorire periodici scoppi di ostilità e di violenza. L’accusa di deicidio, sorta in ambiente teologico cristiano ( e ufficialmente condannata dal Concilio vaticano II solo nel 1962) attribuì agli ebrei la responsabilità della morte di Gesù, mentre le false accuse di omicidi rituali e di profanazione dell’ostia, si diffusero tra il XII e il XIII secolo. Gli ebrei, ingiustamente sospettati di assassinii legati a pratiche religiose, come l’uso del sangue umano per impastare il pane azzimo, venivano uccisi e i loro beni confiscati.
L'idea che gli ebrei fossero il popolo deicida, i responsabili di omicidi rituali, i profanatori di ostie e costituissero quindi una minaccia, si radicalizza tra le popolazioni. Diviene causa di esplosioni di violenza popolare durante le crociate e le epidemie di peste del Trecento (gli ebrei furono accusati di avvelenare i pozzi), ritorna come motivazione ufficiale delle espulsioni dall'Inghilterra (l290), dalla Francia (l394), dalla Spagna (l492) e dal Portogallo (l496-97), determinando un avvicendarsi di spostamenti, la scomparsa di vecchie comunità e la nascita di nuove in tutta l’ Europa.
Ad accentuare la "diversità" degli ebrei intervenne anche il loro ruolo economico, forzatamente assunto a causa delle interdizioni imposte nei secoli a partire dal Concilio di Nicea. Esclusi dal possesso della terra e degli schiavi, dall'esercizio delle libere professioni, dall'accesso alle cariche pubbliche, dall'artigianato, si indirizzarono verso le professioni di mercante e poi di prestatore di denaro, due attività loro concesse, in quanto scarsamente diffuse nell' Alto Medioevo per la proibizione ufficialmente espressa dalla Chiesa, e rivolta generalmente ai cristiani, di prestare denaro ad interesse. Successivamente con lo sviluppo del commercio e con il diffondersi delle banche gli ebrei saranno spodestati anche di queste attività e ridotti, fino alla loro reclusione nei ghetti, ad esercitare il commercio dei panni usati o il lavoro dei robivecchi. Resterà in piedi, tuttavia, lo stereotipo dell'ebreo commerciante e usuraio che continuerà a riaffiorare nel corso dei secoli
In Italia il primo a sfatare il pregiudizio economico con una ricerca scientifica è Carlo Cattaneo nel saggio "Sulle interdizioni israelitiche", apparso nel l836 dopo essere stato censurato dagli austriaci. L'autore mette in luce il quadro storico, sociale ed economico in cui si sono sviluppate le limitazioni dei diritti e le restrizioni nei confronti degli ebrei, gettando le basi per la loro definitiva emancipazione.
Fin dal 1215 il Concilio Laterano IV aveva imposto agli ebrei l'obbligo di portare un segno di riconoscimento, un pezzo di stoffa gialla o rossa cucito sul vestito, ma l'obiettivo di separare definitivamente gli ebrei dai cristiani trovò la sua piena realizzazione durante la Controriforma con l'istituzione dei ghetti, con i quali ha inizio la fase della segregazione anche fisica degli ebrei d'Europa, segregazione che a Roma perdurerà fino al 1870. ..........
(a cura della redazione di anziani.it)
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GLI EBREI NELLA STORIA (3)
Dalla convivenza all’Editto di Costantino e il Concilio di Nicea
Con il passaggio dallo stato nazionale nella terra di origine alla formazione delle comunità nella diaspora si apriva una nuova fase della storia degli ebrei. In questo profondo mutamento, quella cultura originale fondata sul monoteismo, sullo studio e l’interpretazione della Torà, sull’insegnamento dei profeti, divenne il cardine intorno a cui si aggregarono i gruppi ebraici. Mantenendo la propria identità in quel crogiolo di culture che era l’Impero romano, gli ebrei sostituirono a una struttura nazionale un vincolo collettivo di tipo etico-religioso fondato sulla tradizione comune. Le comunità ebraiche avevano come centro la sinagoga, luogo di riunione, e di studio oltrechè di preghiera. ...... I romani furono nel complesso tolleranti nei confronti degli ebrei, considerando l’ebraismo una delle tante religioni che convivevano nell’ Impero. Nel III secolo, con la concessione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti, gli ebrei ottennero diritti pari agli altri. La situazione iniziò a mutare radicalmente sotto Costantino (312-337): dopo la conversione dell’imperatore al cristianesimo, nel 313 fu emanato l’ Editto di Milano, che concedeva la piena libertà di culto ai cristiani. Con la diffusione del cristianesimo e successivamente con la sua affermazione come religione ufficiale dell’ Impero, gli ebrei cominciarono ad essere soggetti ad alcune limitazioni giuridiche e sociali, anche se l’ebraismo era considerato una religione consentita.
Costantino proibì, pena la confisca dei beni, ogni forma di proselitismo ebraico, ma favorì l’ebreo che si convertiva al cristianesimo. Era consentito restaurare vecchie sinagoghe, ma non aprirne di nuove. Agli ebrei fu vietato tenere schiavi cristiani e successivamente anche schiavi pagani. Nel corso del IV secolo si proibì il matrimonio tra un ebreo e una cristiana, gli ebrei furono esclusi dall’esercito e dalle cariche pubbliche. Negli editti venivano denominati con epiteti quali “setta nefanda”, “gente contaminata”, mentre la loro fede era una “dottrina perversa”.
La definitiva separazione tra ebraismo e cristianesimo fu sancita dal Concilio di Nicea del 325 : ai cristiani fu proibito di mangiare pane azzimo durante la Pasqua ebraica, di celebrare questa festività contemporaneamente agli ebrei, di frequentare le sinagoghe e, per accentuare la differenza con l’osservanza del sabato da parte degli ebrei, si istituì la domenica quale giorno di riposo cristiano. Gli ebrei furono dichiarati inabili a testimoniare e si ordinò che tutti i non battezzati subissero la confisca di ogni bene immobile.
Franca Tagliacozzo, Bice Migliau "Gli ebrei nella storia e nella società contemporanea" La Nuova Italia, 1993, pp 2 e 4
(a cura della redazione di anziani.it)
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GLI EBREI NELLA STORIA (2)
Le origini, la formazione della diaspora
Gli ebrei hanno una propria religione, cultura, tradizione e storia che data da oltre 30 secoli. Il loro nome è fatto risalire etimologicamente a un leggendario progenitore Ever o alla provenienza geografica originaria, al di là del fiume Eufrate. La storia antica degli ebrei è narrata dalla Bibbia, da sempre il testo base della cultura e della tradizione ebraica. La peculiarità dell’ebraismo era costituita, in base all’intuizione di Abramo, dal monoteismo, in un’epoca in cui dominavano forme religiose politeistiche.
Per circa dodici secoli gli ebrei ebbero una vita indipendente in Palestina, dove elaborarono una cultura originale fondata sul messaggio biblico e profetico. La Torà o Pentateuco divenne la legge morale, civile e sociale del popolo di Israele: vi sono contenute norme relative al comportamento del singolo in una società organizzata, e ai rapporti familiari, sociali, giuridici e di lavoro. Secondo lo spirito della Torà vivere secondo i precetti in essa contenuti eleva l’uomo e conferisce un valore morale agli atti della vita quotidiana…… Il Talmud ( studio, insegnamento) si può definire il codice fondamentale del sapere e del vivere ebraico : vi si trovano discussioni sui precetti contenuti nella Torà, sentenze e opinioni di Maestri, fatti storici, leggende, nozioni scientifiche, tradizioni popolari, ma soprattutto indicazioni di metodo su come agire dando alle proprie azioni un significato etico.
La presenza degli ebrei in Europa data dal II secolo a.C. A Roma, dove gli ebrei avevano inviato ambascerie fino dall’epoca dei Maccabei, il gruppo ebraico aumentò la sua consistenza all’epoca di Pompeo che, dopo la conquista della Palestina nel 63 a.C. , portò nella città un folto gruppo di prigionieri e di schiavi. Altri nuclei erano rappresentati da gruppi di mercanti del Levante venuti nella penisola al seguito delle legioni romane. Come altri popoli del Mediterraneo, quali i greci e i fenici, gli ebrei si stabilirono nei territori romani dedicandosi all’artigianato e al commercio.
Con la distruzione del Tempio di Gerusalemme a opera dell’imperatore Tito, nel 70 d.C., ebbe inizio la diaspora o dispersione degli ebrei nel mondo: la comunità di Roma si accrebbe di numerosi profughi e prigionieri che andarono a consolidare il nucleo ebraico già esistente. Il candelabro del Tempio di Gerusalemme, raffigurato nel bassorilievo dell’ Arco di Tito come bottino di guerra del trionfo imperiale, divenne simbolo dell’indipendenza nazionale perduta. .....
Franca Tagliacozzo, Bice Migliau "Gli ebrei nella storia e nella società contemporanea" La Nuova Italia, 1993, pp 1/2
(a cura della redazione di anziani.it)
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GLI EBREI NELLA STORIA (1) di Franca Tagliacozzo
Premessa metodologica
La presenza da oltre 2OOO anni della minoranza ebraica nella storia d’Europa non ha impedito che spesso ci si riferisca agli ebrei come a stereotipi estrapolati dalla storia e dal contesto sociale di cui fanno parte. Quasi tutti i testi scolastici, su cui soprattutto si basano le conoscenze di chiunque non sia un esperto dell’argomento, trattano degli ebrei come di oggetti di storia che appaiono e scompaiono senza che ne venga data alcuna spiegazione: sono tra i popoli antichi stanziati sulle sponde del Mediterraneo insieme a egizi e fenici, spariscono in una misteriosa diaspora, ritornano fuori dal nulla, come vittime dello sterminio nazista e dell'antisemitismo, fenomeno dato per scontato e poco analizzato criticamente nelle sue origini. Inoltre, la storia dell'esperienza ebraica è spesso ridotta a una storia dell’antisemitismo, tanto da indurre a pensare che, se gli ebrei sono stati “sempre” perseguitati, qualche colpa l’hanno “sicuramente” commessa. Vittime eterne di secolari persecuzioni, gli ebrei sono visti come un gruppo omologato dal punto di vista ideologico ed economico-sociale.
L'ottica scelta da questo tipo di storiografia tende a trascurare non solo molti degli eventi storici necessari alla comprensione delle vicende degli ebrei nel corso del tempo, ma anche quanto la dislocazione in diverse aree geografiche abbia influito nel caratterizzarne usi costumi e vita socio-culturale. Pertanto non si può parlare solo di storia degli ebrei, ma occorre anche parlare di storia di comunità ebraiche, microcosmi che non si presentano affatto statici ed omogenei, ma assumono caratteristiche diverse a seconda della collocazione geografica, subiscono mutamenti nel tempo, si caratterizzano per il modello di interazione con la società in cui vivono, si adattano o reagiscono agli avvenimenti storici e politici, sviluppano una propria vita culturale. Non sono formati da individui omologati, ma da persone diverse per mentalità, interessi, idee. Questo appare particolarmente evidente osservando le caratteristiche e le differenziazioni tra le comunità sefardite presenti nell’ Europa occidentale e nell’area mediterranea, e quelle ashkenazite dell’ Europa orientale che, se pur unite dalle comuni radici, si diversificano, oltre che negli aspetti culturali e nella ritualità religiosa, anche linguisticamente con l’uso del ladino gli uni, e dell’yddish gli altri.
La storia degli ebrei merita dunque di essere conosciuta per ciò che è stata. La storia di una minoranza culturale e religiosa che, con il suo bagaglio culturale fondato sull'assoluta trascendenza e unicità di Dio e su un'etica mirata alla realizzazione dell'uomo nella sua prassi e nei suoi rapporti con gli altri, ha largamente contribuito allo sviluppo della società occidentale. ...... (a cura della redazione di anziani.it)
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Ultima modifica di LAREDAZIONE il 03 Feb, 2007 - 20:24, modificato 1 volta in totale |
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Cari amici, vi preghiamo di inserire i vostri commenti, peraltro più che graditi, nel topic aperto qui a fianco ( Domande, osservazioni, approfondimenti), onde evitare in seguito di interrompere l'esposizione del testo che, per facilitarne la lettura, verrà suddiviso in brevi paragrafi . Grazie!
laredazione |
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Grazie...una splendida iniziativa... Francesca
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Pensiamo di far cosa gradita a molti aprendo questo Forum, che avrà caratteristiche diverse dagli altri. Questo spazio ospiterà alcune “lezioni di storia” su temi e vicende che i nostri manuali solitamente non raccontano e di cui quindi quasi nessuno, se non gli esperti, è a conoscenza. Riteniamo infatti che sia utile e necessario approfondire la storia di popoli le cui vicende sono state, e sono tuttora, parte integrante della nostra storia . Di questi popoli spesso si hanno solo notizie vaghe e incomplete, a volte distorte, quando la cronaca li porta alla ribalta per fatti di attualità. Ma il presente, per essere compreso a fondo, ha bisogno della conoscenza del passato.
Il nostro lavoro redazionale consisterà nel proporvi la lettura di testi di autori che hanno studiato e scritto di queste “storie che nessuno conosce” . Inizieremo con una Storia degli ebrei utilizzando stralci di saggi e lezioni di una storica, la dott.ssa Franca Tagliacozzo, che ha lavorato in questi anni a ricostruirne le vicende, dalla diaspora (70 d.C.) alla costituzione dello Stato di Israele nel 1948. Per renderne più agevole la lettura, procederemo trascrivendo di volta in volta brevi spezzoni dei suoi scritti.
Per non interrompere e appesantire il filo del discorso apriremo uno spazio collaterale (Domande, osservazioni, approfondimenti) dove inviare i vostri commenti e eventuali richieste di ulteriori informazioni.
Se, come ci auguriamo, questa nostra iniziativa avrà successo ci proponiamo di proseguire con queste “lezioni” su altri argomenti, ricercando l’apporto e la collaborazione di nuovi esperti. Grazie, e buona lettura!
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Oggetto: La storia che nessuno conosce 31 Gen, 2007 - 09:44
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